C’è grande intesa tra Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia. Lo spettacolo fa sorridere e riflette anche grazie all’affiatamento che tutti gli attori dimostrano di avere sul palco
Sono oltre cento le repliche che vedono impegnata la coppia Cuccarini – Ingrassia nella commedia Non mi hai più detto ti amo, scritta e diretta da Gabriele Pignotta. Oltre cento successi confermati per ogni tappa, ma non potrebbe essere altrimenti: è uno spettacolo che parla di famiglia proprio alle famiglie, con un linguaggio semplice e diretto, mettendo in luce gli equilibri che si creano e che, se non costantemente alimentati e solidamente pronti all’evento fortuito, possono capovolgere la situazione. Proprio quello che accade o può accadere in ogni nucleo familiare, per una ragione o per l’altra.
Va tutto bene, ma ecco che…
Giulio (Giampiero Ingrassia) e Serena (Lorella Cuccarini), vivono da vent’anni un menage equilibrato: lui si occupa della sua professione di medico della mutua e lei della gestione della casa e dei figli ventenni, Tiziana (Raffaella Camarda) e Matteo (Francesco Maria Conti). L’unico disturbo apparente sembra essere un paziente di Giulio, il Signor Morosini (Fabrizio Corucci) che irrompe costantemente nello studio del medico portando sul lettino le sue psicosi e frustrazioni. Ma a quanto pare, Morosini sarà il male minore perché l’intera famiglia dovrà affrontare ben altri problemi che ne minano la serenità. Tutti saranno chiamati a scontrarsi con cambiamenti sostanziali, crescendo al prezzo di una inimmaginabile precarietà ma con un ‘e vissero tutti felici e contenti’ come sperato epilogo della storia.
Ricordarsi del ruolo della coppia prima di quello di genitori
Gabriele Pignotta conferma il suo stile ironico ma emotivo allo stesso tempo, che entra nel quotidiano e nell’intimo senza mai appesantirlo di drammaticità superflua. Spesso ci si dimentica che prima di essere genitori si è coppia, complici e amanti. Lasciare che questo collante si sciolga vuol dire permettere al ruolo di genitore di prendere il sopravvento, dimenticandosi dell’altro (e di se stesso) mascherandolo e giustificandolo con il senso del dovere.
A servizio di questo messaggio, Pignotta mette anche la sua regia che è lineare, senza eccessi negli spostamenti di palco (solo la scenografia, realizzata da Alessandro Chiti, genera movimento con le ambientazioni che ruotano a seconda del momento teatrale) a sottolineare che alla fine, per quanto gli imprevisti possono bussare alla porta, il centro di gravità della nostra esistenza rimane ancorato a principi e affetti che guardano scorrere, come si fa con le scenografie presenti, fotogrammi di un qualcosa che non potrà mai mutare. Il senso della famiglia in fondo è questo: si cambia ma il cambiamento può essere proficuo in presenza dell’ascolto, dell’amore e della comprensione reciproca.
Non mi hai più detto ti amo fa sorridere e fa riflettere, grazie allo stile della scrittura e all’affiatamento che tutti gli attori dimostrano di avere sul palco riuscendo a rendere credibili i momenti vissuti fisicamente e visceralmente. Tempi comici e drammatici sottolineati dalla stessa intensità, quello che accade nella vita quando si convive insieme a altre persone, acquisendone istintivamente i ritmi pur mantenendo una personalità distinta, a volte completamente diversa. I ritmi dello spettacolo in questo caso li scandisce Giampiero Ingrassia, che per l’ennesima volta si dimostra un fuoriclasse oltre che un credibile capofamiglia. Ma a onor del vero, tutto il resto del cast, nonostante le differenze in termini di anni di carriera teatrale che potrebbero compromettere la riuscita dello spettacolo, gestisce con abilità il proprio ruolo, dando la possibilità allo spettatore di affezionarsi ad ognuno come fosse un membro della propria di famiglia.
Il disegno luci è curato da Umile Vainieri che ha realizzato con cura un’illuminazione minimal per dare spazio alla storia. Anche l’utilizzo di musiche inedite (e mai invasive), nate dalla sensibilità di Giovanni Caccamo contribuiscono a dare un valore aggiunto allo spettacolo, come il cameo omaggio ai Kiss che fa scatenare la platea in sonori e sentiti applausi.