NOTTI BIANCHE

Notti bianche al Teatro Libero

Notti bianche al Teatro Libero

   “Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che possono esistere solo quando si è giovani....”

   Risuona così l’ultimo piano di Via Savona n. 10. Platea al completo, scenografia rigorosamente bianca, nel centro del palco solo una sedia e decine di lampadine che pendono dal soffitto come stelle. È il Teatro Libero di Milano che accoglie “Notti Bianche”, in scena dal 1 al 14 ottobre 2013, adattato, diretto, e interpretato da Corrado d’Elia, direttore artistico dello stesso Teatro Libero dal 1998.

   Basato sul romanzo breve intitolato “Le notti bianche (Romanzo sentimentale. Dalle memorie di un sognatore)”, è una produzione giovanile dello scrittore russo Fedor Dostoevskij, autore dei capolavori letterari  “L’idiota”, “Delitto e castigo” e “I fratelli Karamàzov”.

   Dostoevskij, nato a Mosca nel 1821 e appartenente alla nobiltà russa, fu arrestato per associazione segreta, condannato a morte, graziato dallo zar e messo ai lavori forzati, riuscì infine a reintegrarsi nella società russa. Queste esperienze lo hanno quindi portato a sviluppare nelle sue opere temi quali quello dell’uomo socialmente degradato e incompreso e della brama di vivere che si scontra con una realtà di sofferenza, rappresentandoli a mezzo di varie umanità degradate, personificazioni delle più turpi abiezioni morali.

   D’Elia, spiega così il suo spettacolo: “Torno a Notti Bianche dopo averlo già messo in scena qualche anno fa (ndr il 15 ottobre 2010 al Teatro Litta di Milano). Non è una ripresa di uno spettacolo. È uno spettacolo nuovo, diverso, in cui, da solo in scena come faccio nei mie album, prendo per mano gli spettatori e racconto. Si entra così nella storia senza preliminari, in un racconto intimo, privato, così riservato da provare nell'ascoltarlo quasi pudore”.

   In "Notti bianche", Corrado D’Elia interpreta il sognatore, un essere umano diverso da tutti gli altri, isolato e totalmente fuori dalla realtà, che vive in un mondo immaginario solo suo. La figura del sognatore è spinta all’estremo, surreale e veritiero al tempo stesso. È incapace di fare conoscenze o solamente di scambiare due parole, ma anche così semplice e imbarazzantemente genuino, capace di aiutare con cuore una ragazza sconosciuta, fino ad innamorarsene.
   È Nasten’ka, la ragazza che piangendo di notte per strada, spinge il sognatore a lasciare per un attimo i suoi sogni e vivere la realtà, approcciandola. È Nasten’ka, la ragazza in pena per l’uomo che ama e  che non ritorna, a fungere da catalizzatore e a permette al sognatore di scoprirsi: in quattro sere, i due sconosciuti si raccontano le loro vite, si conoscono e infine si innamorano. La quarta sera, però, il triste epilogo del romanzo giunge inesorabile.

   Corrado d’Elia, Premio Pirandello nel 2009 e Premio della Critica Italiana nel 2010, come ogni anno in occasione dei propri spettacoli, scuote il pubblico con la sua assoluta qualità interpretativa.
   Gli applausi finali sottolineano, difatti, l’ennesima buona interpretazione, specie di un pezzo difficile per essere rappresentato come monologo. Rappresentazione, però, che può risultare complessa anche per il pubblico, il quale, in alcuni tratti, potrebbe perdersi nel “finto dialogo” tra Nasten’ka e il sognatore.

Visto il 05-10-2013
al Libero di Milano (MI)