Bruno Cagli (1937 – 2018) è stato un musicologo, saggista, autore e sceneggiatore per il cinema e la tv, nonché autore di libretti d’opera per molti musicisti contemporanei. Tra i numerosi incarichi ricordiamo quello di Presidente e Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia per 22 anni.
L’Accademia di Santa Cecilia, l’Associazione Roma Sinfonietta e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata hanno dedicato all’illustre studioso una serata musicale con due opere di cui è stato autore del libretto, Dimenticanza al Ministero delle Colonie, con musica di Marco Betta e L’ultimo avventore musicata da Lucio Gregoretti.
Avventure coloniali
Le due opere sono state eseguite in forma di concerto nella raccolta sala Petrassi del Parco della Musica di Roma con l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Francesco Lanzillotta. Dimenticanza al Ministero delle Colonie racconta il triste epilogo dell’avventura coloniale di una coppia di aristocratici inglesi, lui governatore, lei sua moglie, che in un’isola sperduta nell’oceano dimenticati dalla patria lontana, ancora si illudono di coltivare antichi privilegi di classe e di etichetta nei rapporti con gli ultimi servitori rimasti, una coppia indigena.
Non c’è più il thè, resta solo una bottiglia di cognac, i servi rispondono ossequiosi fino alla fine quando faranno esplodere una bomba tra le sedie dei due. La narrazione proposta da Marco Betta alterna due cantanti, soprano e baritono, impegnati in un declamato intonato alla recitazione di due attori mentre l’orchestra piano piano espande figure musicali ritmiche, talvolta pronunciate all’unisono dagli archi, fino ad un vero e proprio crescendo in cui il canto si distende in un madrigale.
Le sillabe del testo scandiscono la narrazione e determinano il discorso musicale, mentre nella nostra fantasia affiorano i fantasmi di Sostakovic, di Poulenc e altre indefinite suggestioni. Un nota a nostro parere discutibile: nel testo recitato sono state omesse o cambiate le parole “negro” e “nero” che pure sono presenti nel testo scritto sul programma di sala... O tempora, o mores!
L'ora più buia
L’ultimo avventore narra la surreale vicenda di un cameriere un po’ imbroglione alle prese con un inquietante cliente che si presenta all’ora di chiusura adattandosi a cibarsi degli avanzi. Le schermaglie tra i due personaggi sono contrappuntate dallo scorrere del tempo di un orologio che batte le ore implacabilmente mentre il crescente terrore si fa strada nel confuso cameriere che alla fine si suicida mentre l’avventore finalmente si rivela, è la morte.
La narrazione musicale di Lucio Gregoretti contiene tutte le suggestioni del linguaggio dei nostri tempi, l’inizio e la fine sono affidate al suono lieve e cupo di bottiglie soffiate e percosse, come nei giochi infantili, mentre lo sviluppo è costituito da alternanze di ritmi barbarici che contrastano con abbellimenti, arpeggi, glissando e brevi cellule melodiche.
Il canto vero e proprio latita, il racconto è affidato ad un efficacissimo declamato, contrappuntato da brevi frasi dell’orchestra che enfatizzano la crescente suspence della vicenda l’Orchestra Nuova Sinfonietta guidata da Francesco Lanzillotta è particolarmente a suo agio con questo genere di opere, in particolare le percussioni e i legni hanno brillato, mentre gli archi e perfino l’arpa hanno efficacemente assolto il compito di sottolineare il ritmo soprattutto negli episodi all’unisono.
Bravissimi i cantanti Lavinia Bini soprano, Bruno Taddia baritono e Didier Pieri tenore, molto apprezzata anche l’azione dei due attori Dalal Suleman e Francesco Trifilo.