Un progetto speciale perché complesso, articolato fra guide all’ascolto, lezioni-concerto, esperienze sensoriali, laboratori per la realizzazione di costumi e scenografie dell’opera.
La stagione autunnale dell’Orchestra Senzaspine riparte dal celeberrimo Don Giovanni di Wolfang Amadeus Mozart con la direzione di Tommaso Ussardi (nonché presidente dell’associazione). Una delle carte vincenti della giovane realtà bolognese, che vanta oltre 450 musicisti under 35, è quella di saper fare rete con le istituzioni del territorio per mettere l’arte a servizio di tutti.
Un Don Giovanni per tutti
Realizzato appositamente per la messa in scena del Don Giovanni, ad attendere gli spettatori un libretto di sala di facile fruibilità, contenente una storia illustrata e semplificata della trama e una breve “biografia” dei personaggi, identificati tramite colori specifici che ne dipingono caratteristiche e personalità.
L’accessibilità trova spazio anche nella regia di Giovanni Dispenza tramite l’uso dei sottotitoli, la descrizione audio/video in LIS, e non da ultimo la gestualità e la mimica degli interpreti. Ulteriore valore aggiunto, poi, la presenza dell’Orchestra in “bella mostra” davanti il palcoscenico, appassionata e partecipe nella sua frizzante interpretazione del capolavoro mozartiano.
“L’opera lirica per noi è davvero uno strumento di grande ricchezza, un mezzo che ci permette di ri-conoscersi, un ponte tra culture, luoghi ed epoche, un intreccio di storie e di emozioni, fili ininterrotti che ci appartengono perché sono le nostre storie, le nostre passioni, le nostre emozioni che aspettano solo di riemergere per essere vissute attraverso il prodigio dell’Arte”, scrive nel libretto di sala il direttore d’orchestra Tommaso Ussardi.
L’allestimento si compone di scenografie semplici, colori tenui e costumi d’epoca in pieno stile classico. Elemento di stacco netto con la tradizione le immagini proiettate su teli che confondono i piani, arricchendo di punti di vista personali le vicende, mettendo a fuoco alcune situazioni e celandone altre, metafora della travagliata e istrionica anima del Don Giovanni che da il titolo all’opera (e alla leggenda che ne consegue, giunta a noi attraverso i secoli).
Prosit all’Orchestra Senzaspine: spirito classico ma indubbiamente anima contemporanea.