Un matrimonio segreto fra un maturo ufficiale di colore e la giovane figlia di un importante senatore nelle grazie del governo di una qualche potenza occidentale, proprio la notte prima di partire per una guerra lontana: sono queste le premesse a partire dalle quali Jurij Ferrini si interroga per dirigere e interpretare Otello, di William Shakespeare.
Nelle sue mani, il celeberrimo dramma sulla gelosia diventa la tragedia della violenza umana, nelle sue molteplici sfaccettature. Un allestimento teso a dialogare profondamente con il nostro presente, tra guerra, cospirazione, femminicidio e intolleranza.
Un segno tribale che parla al presente
Significativa la soluzione adottata per il trucco di Otello: una specie di “marchio” nero, simile a un graffio, sulla carnagione chiara di Ferrini, come un segno tribale di guerra.
L’attore e regista si focalizza, infatti, sui conflitti più vicini a noi (dal Vietnam all’Ucraina) e la sfida più interessante, a livello registico, è stata proprio mettere insieme elementi molto diversi tra loro, ma tutti in grado di parlare alla contemporaneità: dalle canzoni dei The Doors, ai testi di Oriana Fallaci, fino all’impermeabile nero di pelle, indossato da Otello (si tratta, in verità, del face cross-dressing, pratica in uso già nell'epoca elisabettiana, ndr).
In quest’ottica, ad esempio, i costumi di Agostino Porchietto (dalle lunghe gonne anni Settanta per le donne, al verde militaresco per i personaggi maschili, con l’eccezione del protagonista) hanno seguito un ideale percorse di simbiosi con la scenografia (minimalista, ma efficace, a partire dalla pedana al centro della scena) e le luci di Jacopo Valsania e Gian Andrea Francescutti.
Azioni e conseguenze
Nell’interpretazione di Jurij Ferrini, il furore di Otello intende non tanto far riflettere sula gelosia, quanto sulle conseguenze derivanti da azioni che oltraggiano un amore puro.
Desdemona (Agnese Mercati), una giovane donna libera e intelligente ama il suo sposo con profonda devozione; così come sono altrettanto profonde la lealtà e la devozione di Cassio (Federico Palumeri), nei confronti del Moro, e la coraggiosa difesa della virtù di Desdemona da parte di Emilia (Maria Rita Lo Destro).
Ma tutto questo non basta a fermare gli intrighi orditi da Iago, nella riuscita interpretazione androgina di Rebecca Rossetti: l'attrice è riuscita, infatti, a cogliere nel segno, calandosi nei panni di un uomo votato al nichilismo, tra indifferenza e odio profondo per la vita.
E a ricordarci che la vicenda privata di Otello comporta inevitabili conseguenze sul suo ruolo pubblico e sulla vita della collettività, ci pensa uno dei ruoli interpretati da Michele Puleio: un soldato sopravvissuto (restando, purtroppo, vittima di una menomazione fisica) a una guerra più recente di quella combattuta dai veneziani a Cipro, che diventa osservatore esterno di unta tragedia che continua a ripetersi, tra azioni e conseguenze.