Funziona bene questa Opera da tre soldi fumettizzata da Fausto Paravidino. L’opera è resa simile a un fumetto nei colori, nella scenografia, nei costumi, nei movimenti dei personaggi, negli effetti speciali (schizzi di sangue) e soprattutto nelle transizioni tra le scene, che ricreano l’effetto-passaggio da una vignetta all’altra.
Il drammaturgo genovese, che qui è anche regista e attore, dice di essersi liberamente ispirato all’opera di Bertolt Brecht e Kurt Weill: tanto che ha scelto di intitolarla Peachum, dal nome di uno dei protagonisti. In realtà il suo è un testo filologico, anche con le chitarre elettriche al posto delle canzoni di Kurt Weill.
Una metafora della società
L’Opera da tre soldi è un testo politico, complesso e pieno di contraddizioni. La metafora della società è tutta contenuta nell’attività professionale del protagonista. Peachum è un imprenditore rispettato e contemporaneamente è il capo dei mendicanti: quelli che trafficano nei bassifondi, per farlo arricchire ancora di più. Qui Peachum è un venditore di borse griffate. Nel suo negozio le vende ai ricchi per migliaia di euro.
Nei quartieri popolari i suoi scagnozzi vendono per pochi euro le stesse borse ai piccoli borghesi, che aspirano ad avere gli status-symbol dei ricchi. Fanno credere ai clienti che le borse siano false, per umiliarli con il pensiero che loro non potranno mai raggiungere i veri status-symbol: invece li hanno già. Il concetto sottotraccia è rivoluzionario: gli uomini sono tutti uguali, ma se li convinciamo che non è vero tenendoli nell’ignoranza, li avremo in pugno.
Il delinquente deve stare al suo posto
Peachum vuole che ci sia ordine, nella società. Vuole che ci sia un sopra e un sotto, per controllarli entrambi. Mackie Messer non può prendersi la figlia di Peachum, perché è un’invasione di campo: il delinquente è tollerato se sta al suo posto. A Peachum non interessa la politica: interessano i soldi e il potere che danno i soldi. Peachum ha messo il sindaco a capo della città proprio per garantire l’ordine.
Ma se il sindaco viene dal basso e flirta con il vecchio amico Mackie Messer, c’è il corto circuito: e Peachum deve ricondurre all’ordine anche lui. Con riluttanza: perché a Peachum piace lo status quo, la condizione immobile attuale, e preferirebbe evitare la forza.
Paravidino sceglie i naziskin
Paravidino, uomo certamente di sinistra, compie un’operazione filologica: anche se difficile da digerire. Brecht aveva dato ai proletari il compito di rappresentare il nuovo che avanza, e Mackie Messer era un delinquente per la borghesia, ma un eroe per il popolo.
Oggi, invece? Nel 2020 ad essere progressista è la borghesia, mentre ampi strati della classe lavoratrice votano per i sovranisti o la destra. Quindi per rappresentare la spinta anti-sistema che fu degli operai, oggi Paravidino usa una banda di naziskin capitanata da Mackie Messer.
Mackie è un capo con un ideale etico da inseguire (anche se sbagliato) che per sua natura farebbe a meno della violenza (con Polly è un amante tenero) ma che non si fa problemi ad usarla per raggiungere i suoi scopi. I suoI sgherri al contrario vogliono solo menare le mani: infatti lo tradiscono quando non gli conviene più.
Rocco Papaleo è un perfetto Peachum contemporaneo, espressione della moderna borghesia progressista: sincero quando sfrutta i neri, ma anche quando inorridisce per l’omicidio. Dà la caccia a Mackie Messer perché sovverte l’ordine costituito, e anche perchè ama sinceramente la figlia: più di quanto la ami sua moglie Celia.