È uno degli indiscussi capolavori teatrali del Premio Nobel siciliano Luigi Pirandello. Lo spettacolo del regista Nanni Garella diventa Underground, per la compagnia Arte e Salute Onlus.
È uno degli indiscussi capolavori teatrali del Premio Nobel siciliano Luigi Pirandello stavolta il testo scelto dal regista Nanni Garella per il nuovo spettacolo della compagnia Arte e Salute Onlus, per la prima volta in scena con aspiranti attori, gli allievi del corso L’alta formazione per la figura dell’attore cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia-Romagna.
I celeberrimi Sei personaggi in cerca d’autore hanno ancora qualcosa da dire e da insegnare anche dopo quasi cent’anni dalla prima (sfortunata) rappresentazione dell’opera, e Garella coglie l’occasione per collocarli “underground”, in quel sottosuolo ombroso e scuro da cui emerge la non richiesta famiglia, tenebrosa nei costumi, eterea nei visi dipinti di cerone bianco.
Shine on your crazy diamond
Quando gli spettatori entrano in sala gli attori stanno già facendo le prove di uno spettacolo, ognuno intento nel ripetere quasi come un mantra il proprio monologo, seduti su delle sedie uno di fronte all’altro quando una luce li cattura con il naso all’insù e una musica si fa strada nella drammaturgia dello spettacolo, una musica che ritornerà più volte fino alla fine, la meravigliosa Shine on your crazy diamond dei Pink Floyd. Il regista li dirige e li fa alzare e sedere come un pifferaio magico, fino a quando improvvisamente irrompe la famigerata famiglia di personaggi dal fondo: il Padre, la Madre, il Figlio, la Figliastra e i due figlioletti più piccoli, due pupazzi inerti. In posa come un quadro antico i personaggi si muovono inizialmente come un tutt’uno, forti del loro insieme, portatori di una storia crudele e meschina.
Persona-ggi eternamente “underground”
«Non uomini, non attori, non fantasmi, ma “personaggi”, esseri di pura forma, rivestiti di apparenza e di sembianza umana, non compiuti, forniti di esistenza ma non di storia; creature eternamente dolenti, condannate a ripetere per sempre la medesima scena» scrive nelle note di regia Garella, ed è proprio così, si ha l’impressione di star davanti a delle vuote rappresentazioni il cui unico desiderio e scopo è di essere interpretati dagli attori da cui sono andati in visita.
Struggente e particolarmente riuscito il dialogo fra il Padre e il regista sull’esistere e l’essere, facce della stessa medaglia ma difficilmente conciliabili nella stessa vita, come Pirandello insegna. Un altro colpo andato a segno per gli attori della compagnia Arte e Salute, un esperimento di integrazione attoriale riuscito e uno spettacolo che scava a fondo dentro uno dei più bei testi del novecento teatrale.