Musical e varietà
PETER PAN - IL MUSICAL

Peter Pan, un musical rock che fatica a volare

Peter Pan
Peter Pan

Torna in scena nei teatri di tutta Italia PETER PAN – Il Musical, uno spettacolo che vanta un successo lungo 17 anni (è andato in scena per la prima volta nel 2006), forte delle più famose canzoni di Edoardo Bennato tratte principalmente dall’album del 1980 Sono solo canzonette con brani amatissimi come Il rock di Capitan Uncino, oltre a successi come Viva la mamma.

Questa nuova produzione e nuovo cast, con la regia di Maurizio Colombi e produzione Show Bees di Gianmario Longoni, porta sul palco un’Isola che non c’è dal ritmo abbastanza lento, con qualche problema di acustica irrisolta, cercando di attualizzare la sceneggiatura ma senza riuscire a esprimere appieno la carica e l’entusiasmo della intramontabile storia dell’eterno bambino.

L'inevitabile confronto

Agile e leggero, ma dalla voce ancora un po' troppo debole è il protagonista Leonardo Cecchi, che non regge lo scontato confronto con chi lo ha preceduto per molti anni con uno stile inconfondibile, il compianto Manuel Frattini (scomparso nell'ottobre del 2019). La sua presenza scenica c’è in quanto ballerino, ma questo Peter Pan fatica a trasportare il pubblico con forza e brio nella vera magia del racconto di J. M. Barrie, forse per la troppa emozione e nonostante voli scenici (non sempre riusciti purtroppo per problemi tecnici) che dovrebbero sorprendere e rapire. 

Al suo fianco una Wendy già consolidata e interpretata per molti anni da Martha Rossi, che con i vocalizzi potenti sulle romanze di Bennato risulta a tratti disequilibrata rispetto al protagonista e all’altra giovane interprete femminile Giglio Tigrato, alias Martina Attili, che non riesce a incantare.

Qualcosa di simile avviene per il cast dei bambini sperduti, un gruppo di attori che riempiono la scena in modo abbastanza disordinato e le cui battute risultano a volte incomprensibili, perché sovrapposte dalla sceneggiatura rimaneggiata e scandite in modo poco chiaro, per cui difficili da ascoltare per i bambini a cui lo spettacolo principalmente si rivolge.

Le battute divertenti, che attingono anche all’ironia del Sud Italia per sua provenienza, sono lasciate a Renato Converso, nei panni del pirata Spugna, che cerca di estorcere qualche risata con le freddure fortunatamente già rodate della storica sceneggiatura. Il più grande rammarico è per Giò Di Tonno, certamente sprecato nel ruolo di Capitan Uncino, che non può sfruttare la sua voce potente e l’interpretazione potente (nella memoria di tutti il suo magnifico Quasimodo di Notre dame de Paris), che resta ingabbiato in un personaggio ironico ma tutto sommato abbastanza marginale.

Un coinvolgimento limitato

Per i più piccoli si è anche pensato ad un “kit” con alcuni elementi per rendere la visione più attiva, che prevede una benda di capitan uncino, una maschera di carta dalla forma del coccodrillo, pochi coriandoli e un bastoncino fluorescente (al costo di 5 euro oltre al biglietto) da utilizzare durante l’esecuzione di alcune canzoni, ma questi elementi e il loro utilizzo non vengono menzionati dagli interpreti e non aggiungono quindi molto alla visione. 

Le canzoni di Bennato cercano di alzare l’attenzione e tenere gli spettatori agganciati, ma è il ritmo fra le scene che perde tono, nonostante le nuove grafiche digitali e l’intramontabile occhietto di bue verde per portare in scena la magica fatina Trilly, ritmo che è sicuramente possibile sistemare e gestire certamente meglio sistemando i problemi acustici e semplificando la scrittura di alcune scene, semplicemente se si tornasse al copione originale.


di Valentina Castellano Chiodo

Visto il 21-12-2023
al Arcimboldi di Milano (MI)