Prosa
PITECUS

Habitat

Habitat


Fino al 2 Gennaio al Teatro Vascello Habitat di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. I loro ultimi cinque spettacoli portati in scena in ordine cronologico come a tracciare un filo conduttore che calchi il progredire della ricerca irrequieta, completa e disarmata, all’interno dei testi dei due artisti.
Iniziamo con Pitecus spettacolo dirompente, capace di farci respirare una moltitudine di mondi diversi e paralleli dove pezzi di corpo raccontano una storia. La scenografia è stata artigianalmente realizzata da Flavia Mastrella. In scena semplicemente dei teli, dai colori sgargianti, tenui e vivaci e dalle forme geometriche, restituite al pubblico come vestiti, finestre, oblò o semplici fessure da cui personaggi diversi si raccontano. Mille volti e mille storie, tutte interpretate con maestria e carisma da Antonio Rezza, celato tra stoffe e forme, a cui dà vita con la forza travolgente delle sue parole e la singolarità mimica del suo volto.
Genitori afflitti da figli omossessuali, handicappati contro architetti pro-barriere architettoniche, depressi cronici, uomini soli che cercano compagnia ma non la vogliono, malati in fin di vita e famiglie con problemi di droga si mostrano dalle finestre. Ogni scomodità umana viene raccontata con l'accortezza di non trascurare nessuno nella critica alla condotta naturale. Personaggi, vite e quotidianità che prendono forma esprimendosi in un linguaggio tutto personale con cui narrano sentimenti e inclinazioni comuni a tutti.
Il pubblico pagante non è esime dall’essere maltrattato, l’avere scelto di essere spettatore lo rende cervello senza capacità di interazione e scelta e questo viene sapientemente sfruttato da Antonio Rezza che con grande maestria riesce a cogliere ogni spunto che venga dalla sala per trasformarlo in un piccolo esempio di stupidità.
Lo spettacolo è geniale.
Si consiglia di correre a vederli se ancora non si ha avuto il piacere di poter ammirare la forza dirompente dei loro testi e la bellezza delle loro scene unite alla capacità di farci ridere lasciandoci l’amaro in bocca.

 

Visto il 07-12-2010
al Vascello di Roma (RM)