Classica
PLáCIDO DOMINGO PER L'ARENA

Plácido Domingo e Saioa Hernández, rispettata la tradizione all'Arena di Verona

Saioa Hernández, Plácido Domingo
Saioa Hernández, Plácido Domingo © Foto Ennevi

Da alcuni anni la serata di Gala con Plácido Domingo è uno degli appuntamenti più attesi della stagione estiva dell’Arena di Verona, ed anche nell’anno del Covid il tenore spagnolo non ha voluto contravvenire alla tradizione, esibendosi davanti al pubblico veronese accompagnato dal soprano Saioa Hernández e dal Maestro Jordi Bernàcer alla testa dell’orchestra della Fondazione Arena negli ultimi concerti della stagione 2020.

Baritono dal registro tenorile

Il cantante spagnolo è stato uno dei tenori di riferimento degli ultimi 50 anni, protagonista di esecuzioni memorabili ed in grado di vantare un numero di incisioni discografiche ineguagliabile. Da un paio di lustri ha però scelto di abbandonare i ruoli da tenore per dedicarsi quelli da baritono, forte di un registro centrale brunito e di un’ampia escursione vocale. 

Plácido Domingo


Il carisma, l’esperienza di palcoscenico ed una tecnica invidiabile gli hanno permesso di continuare a mietere successi, nonostante la voce non si sia mai veramente piegata al timbro baritonale, ma sia rimasta quella di un tenore. Impressione confermata da quest’ultimo concerto areniano, nel quale si è avuta la sensazione che, con l’età, il timbro si sia ulteriormente schiarito rispetto a qualche anno fa, suscitando più di una perplessità sulla scelta del repertorio.

La serata si è aperta con l’aria Nemico della patria dall’Andrea Chénier di Umberto Giordano, nel quale l’indiscusso talento di Domingo gli è valso un successo incondizionato, nonostante il timbro spiccatamente tenorile (gli acuti sono sempre saldi e ben proiettati) ed un fraseggio che con gli anni ha perso in parte smalto. Impressioni confermate anche dal successivo duetto Udiste… Mira d’acerbe lagrime dal Trovatore di Verdi, nel quale la volitiva Leonora di Saioa Hernández, che già si era esibita nell’aria Tacea la notte placida, è sembrata più convincente rispetto al Conte di Luna. 

Saioa Hernández, Plácido Domingo


Nonostante la vocalità del soprano spagnolo sia più affine ai titoli del primo Verdi, quali Nabucco, Attila o Macbeth, la sua esibizione dei due brani di Trovatore ha ampiamente convinto come hanno dimostrato i ripetuti applausi.

Finale in crescendo con le zarzuelas

Più equilibrato è stato il duetto tra Violetta e Germont dal secondo atto di Traviata, nel quale la tessitura più centrale ha consentito a Domingo di giocare su accenti e sfumature e di dare vita ad un’interpretazione meditata e convincente, affiancato dalla rimarchevole la prova di Saioa Hernández nel ruolo di Violetta. Il soprano spagnolo ha però riscosso il suo successo personale nella successiva aria La mamma morta dall’Andrea Chénier in cui è emerso il suo talento di interprete drammatica. 

Saioa Hernández, Plácido Domingo


Ultimo ascolto in programma l’aria Per me giunto è il dì supremo dal Don Carlo di Verdi della quale Domingo ha dato un’interpretazione intensa e profonda nonostante il colore della voce non fosse quello abituale del Marchese di Posa (l’acuto su “a chi morrà per te” era inequivocabilmente tenorile).

Totale cambio di atmosfera per i bis, nei quali Domingo e la Hernández si sono esibiti in arie tratte da celebri Zarzuelas, un repertorio che è sembrato molto più congeniale al cantante spagnolo che nell’aria No puede ser ha letteralmente infiammato la platea dell’anfiteatro, dimostrando che il leone di Castiglia ruggisce ancora, magari in un repertorio differente rispetto a quello di baritono.

Visto il 28-08-2020
al Arena di Verona (VR)