“UN POYO ROJO” è sicuramente uno spettacolo molto difficile da descrivere, difficile da raccontare ma ancora più arduo è comunicare tutte le emozioni che riesce a trasmettere senza l’uso delle parole. Alfonso Barón, Luciano Rosso non sono ballerini, non sono acrobati, ne mimi … ma attori completi che hanno fatto della loro fisicità un linguaggio universale, comprensibile in tutto il mondo, che supera le barriere dettate dalle nazioni o dall’età.
L’uso del corpo è un esempio di tecnica di altissimo livello, ogni singolo muscolo è comandato perfettamente con una disinvoltura che, ad un occhio poco attento, farebbe sembrare il tutto molto semplice da eseguire e replicare.
Una storia fatta di sguardi, competizioni, forse amore, tutto all’interno di uno spogliatoio; la scenografia e le luci sono minimaliste per non distrarre lo sguardo dello spettatore dai due protagonisti. Una radio, rigorosamente vera e funzionante con musiche dettate dal caso, scandirà ritmi e tempi, divenendo la terza protagonista in scena con un ruolo attivo e fondamentale all’interno dell’intreccio narrativo dello spettacolo.
Una produzione riuscita che rappresenta un teatro contemporaneo adatto al grande pubblico, che emoziona e diverte fino a strapparti con l'ultimo bis uno scrosciante ed interminabile applauso.