Due coniugi apparentemente felici, un amico schietto e un piccolo dramma familiare: la fuga del cane, l’animale domestico per eccellenza, amato e viziato quasi come un figlio. Questo il soggetto della brillante commedia francese Qualche volta scappano, di cui Pino Quartullo firma l’adattamento italiano e la regia: uno spettacolo originale, anche grazie all’interpretazione di Rosita Celentano (al suo debutto in teatro) e Attilio Fontana.
Alessandro (Quartullo) è un professore di sociologia sposato con Marzia (Celentano), ricercatrice in campo ambientalista. Hanno un figlio di vent’anni che vive a New York e un piccolo barboncino toy che hanno chiamato Toutoù perché salvato da un treno in corsa e poi portato a casa e adottato.
Le loro certezze crollano improvvisamente una sera, quando Alessandro torna a casa dopo la solita passeggiata serale senza Toutoù, scappato senza un motivo. Mentre i due si mobilitano, preoccupati per il cane, nel bel mezzo di quella che si trasforma lentamente in una diatriba, arriva Paolo (Fontana), amico di vecchia data che, senza mostrare un briciolo di sensibilità per la situazione, approfitta dell’assenza (momentanea o definitiva?) del cane per ammettere con cinismo e distacco tutto quello che pensa sia successo ai suoi amici da quando hanno adottato il cucciolo.
Tra fraintendimenti, scontri e verità dette a spizzichi e bocconi, si arriva al punto cruciale della situazione coniugale: senza la presenza costante di Toutoù a creare una sorta di “scudo” invisibile tra i due, Alessandro e Marzia devono fare i conti con un rapporto quasi alla deriva, pieno di fatti non detti, sentimenti repressi e segreti del passato che riaffiorano dolorosamente. Un’occasione per interrogarsi dunque, rimettendosi in gioco senza inibizioni e freni: “Adesso che se n’è andato, per parlare di noi senza parlarne, di cosa parleremo?”
In ballo c’è anche il rapporto che inevitabilmente viene a crearsi tra l’uomo e il proprio cucciolo, spesso non considerato tale, ma umanizzato e trasformato così in un vero e proprio oggetto. Allora l’interrogativo sul quale riflettere diventa: non per forza il cane è il migliore amico dell’uomo, forse è il contrario? E in quest’ottica, non è paradossale credere che i poveri animali domestici possano “ribellarsi” ai padroni, fuggendo via.
Proprio quando la situazione fra marito e moglie sembra essere irrimediabilmente compromessa, Paolo ritrova il cane, fornendo loro il pretesto per tentare di sistemare le cose, riscoprendo l'amore che li unisce.
I tre attori reggono bene i personaggi apparentemente semplici ma pieni di piccole sfaccettature interne che emergono lungo il corso della pièce, invitando il pubblico ad interrogarsi sulla natura dei rapporti interpersonali e su quanto sia importante nutrire le relazioni (di qualunque natura esse siano) giorno dopo giorno.
Una notte piena di sorprese è dunque l’ambientazione di questa divertente e a tratti pungente commedia, arricchita dall’appello accorato, rivolto da Rosita Celentano a scena aperta, dopo gli applausi, sull’importanza per l’essere umano di avere un animale domestico accanto a sé.