L’adattamento di Alberto Ferrari crea una rappresentazione che non concede tregua alle emozioni: buona comicità e momenti di leggerezza si alternano ad attimi più drammatici. Paolo Ruffini è irresistibile e l’interpretazione di Massimo Ghini è eccezionale per presenza scenica.
Quasi amici è la trasposizione teatrale dell’omonimo film di Eric Toledano e Olivier Nakache il quale ben sviluppava una trama tratta da una storia vera, risultando per diversi anni come il film francese dai più alti incassi e capace di raccogliere numerosi riconoscimenti dalla critica.
La messinscena diretta da Alberto Ferrari, pur rimanendo molto fedele alla trama originale del film, riesce a migliorarne lo svolgimento: nella versione teatrale i ruoli dei due protagonisti sono più equilibrati e ciò consente senz’altro di approfondire meglio le emozioni di entrambi i personaggi.
La decisione di riambientarlo in Italia, arricchendo i dialoghi con riferimenti alla nostra cultura popolare, è una scelta efficacie perché avvicina ulteriormente la storia allo spettatore, aumentandone contemporaneità e realismo. Inoltre, l’aggiunta di alcuni momenti di sconforto e del passaggio in cui Filippo sogna di camminare sono dettagli originali che amplificano ulteriormente le emozioni.
Il ritmo della rappresentazione non rallenta mai troppo, le battute e i doppi sensi funzionano sempre, scatenando grandi risate, senza scadere mai nella volgarità. L’amalgama risulta in un politicamente “scorretto” capace di emozionare e regalare leggerezza.
La ricerca della leggerezza come salvagente
Quasi amici è la storia di Filippo (Massimo Ghini), un uomo molto ricco, affascinante e narcisista, ma anche molto intelligente e di grande cultura. Il destino ha, però, scritto per lui pagine buie: la moglie muore giovane senza dargli figli mentre lui resta tetraplegico a causa di un incidente durante un volo in parapendio. La sua ricchezza può garantirgli tutte le cure e la miglior assistenza domestica, ma sembra che nulla possa salvarlo dalla pesantezza che inchioda anche il suo animo a quella sedia a rotelle.
Il miracolo avviene nell’incontro casuale con Driss (Paolo Ruffini), un ragazzo cresciuto tra le difficoltà della periferia, dall’intelligenza vivace e con una cultura di strada, che entra ed esce dalla galera nel tentativo di farsi strada nella vita. Assunto come badante, Driss porterà inconsapevolmente nella vita di Filippo una leggerezza senza controllo ottenendone in cambio equilibrio e pragmatismo. Attraverso la crescita caratteriale di entrambi nascerà una grande amicizia che sarà la centratura delle loro vite.
Emozioni profonde e risate incontrollabili
L’interpretazione di Massimo Ghini è davvero eccezionale poiché, pur rimanendo immobile sulla carrozzina, riesce a comunicare con il linguaggio del corpo attraverso i movimenti del capo e ad emozionare il pubblico con la recitazione. Paolo Ruffini, tra battute di copione e improvvisazioni (vere o finte non possiamo saperlo) diverte il pubblico. Il duo Ghini-Ruffini è efficacie ed è di grande valore aggiunto poiché l’intesa scenica e il loro grande feeling aumentano la profondità delle emozioni e il realismo delle scene.
Molto buona l’interpretazione di Claudia Campolongo (Yvonne) risultando efficacie sia come sparring partner di Ruffini sia nelle parti più seriose con Ghini. Buona la scelta della scenografia: a prima vista scarna, si rivela originale, con il piano inclinato che dirada verso il proscenio, e molto poliedrica poiché in grado di racchiudere tutti i luoghi della storia. Determinante il supporto video che permette di volare da un luogo all’altro della storia.
In conclusione Quasi amici è una rappresentazione emozionante e divertente e con un cast di qualità.