Una tra le condizioni ideali nell’esistenza personale? Tre amici intorno a un tavolo, in una sera d’estate, mentre si raccontano per l’ennesima volta in quaranta anni di frequentazione e si perdono tra risate, ricordi e nuovi segreti. Ma con l’età che avanza, questi segreti potrebbero avere un sapore amaro.
Entriamo nel dettaglio: Filippo (Paolo Triestino), ha organizzato una cena brasiliana per i suoi amici storici, Ninni (Edy Angelillo) e Giovanni (Emanuele Barresi) nel suo giardino che immaginiamo meraviglioso grazie a una singolare fontana e un albero che fa da sfondo.
Filippo, viveur single, medico, filosofo di una vita che va vissuta con leggerezza, si completa adeguatamente con le ansie di Ninni, anche lei single reduce da un matrimonio fallimentare, alle prese con la madre malata di Alzheimer e con la pragmaticità di Giovanni, commercialista devoto al benessere che la sua professione gli consente di avere.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
E’ un tributo all’amicizia... o forse no
Que serà inizia così, lo spettatore prende parte a questa cena familiare come se fosse seduto sul palco e non in platea, partecipa ai racconti, alle risate, a quel senso di sicurezza che legami così profondi fanno nascere spontaneamente. I silenzi sono scanditi al ritmo di un cuore pulsante perché il sentire non si silenzia mai, come il battito del cuore, appunto.
Si ha la sensazione di assistere a una commedia, di quelle che non ti fanno pensare ma solo divertire. Lo stare bene stimolato dalla storia, dal desiderio di godere del rapporto dei protagonisti, proprio in questo momento di certezza per lo spettatore gli viene detto che ce n’è un’altra di commedia, imprevedibile, dove non si paga un biglietto e si sceglie di sedersi in platea; è la commedia della vita, con i suoi paradossi, quelli in cui tu hai tutto nelle tue mani ma scopri che presto quel tutto non sarà più niente.
Colpo di teatro! Filippo sta per morire e lo annuncia come ha fatto lui, improvvisamente, senza galateo, senza proseguire nella ricerca del momento giusto per svelarlo: sta per morire e chiede ai suoi amici di aiutarlo nel togliersi la vita prima di vedere il suo corpo cadere a pezzi.
E’ uno shock vero? Lo è, l’eutanasia è un argomento ancora taboo tra pressioni religiose, preconcetti e credenze personali auto motivanti. Roberta Skeri, l’autrice del testo, con coraggio rompe un muro e porta l’argomento intorno a un tavolo apparecchiato per una cena, lo porta in un giardino tranquillo, tra un boccone e l’altro di una cena deliziosa, tra una battuta e l’altra.
Lo fa in modo delicato, poetico e intelligente perché il personaggio di Filippo, nella sua connotazione di uomo libero, rende la scelta credibile. Così come sono credibili le reazioni di Ninni e di Giovanni, che oscillano come pendole tra la disperazione e l’umana pietà nei confronti della loro anima che fino alla fine, non saprà decidere se accettare o meno la supplica di Filippo.
Quello che uno spettacolo può fare
Uscendo dalla sala, ascolto un commento un po’ piccato: ‘pensavo di vedere una commedia e invece…’ Ma chi esce da quella sala ha avuto un regalo molto più grande: ha potuto godere della bravura degli interpreti e delle emozioni che hanno saputo regalare (brividi per l’interpretazione musicale di Triestino in ‘O que serà’ il capolavoro di Chico Barque), di un testo ben scritto, di una regia (quella di Paolo Triestino) e di un disegno luci (Alessandro Nigro) curati e avvolgenti. Delle scene di Francesco Montanaro che ha avuto la finezza di far fare da sfondo al battito del cuore e all’Albero della Vita.
E’ una meravigliosa macchina quella di Que Serà! Siamo piccoli di fronte al tutto, con una opportunità che è la libertà di scelta e lo spettacolo ci ricorda, per la nostra gratitudine, che sta nella natura nella bellezza…quel che non ha ragione né mai ce l’avrà… quel che non ha rimedio né mai ce l’avrà… quel che non ha misura...