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RADIO CLANDESTINA

Radio Clandestina: la memoria si riaccende tra i racconti di Celestini

Ascanio Celestini
Ascanio Celestini

Lo storico monologo di Ascanio Celestini, in cui continua a narrare le testimonianze dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine, è il motivo per cui l’attore romano rende viva la presenza della memoria.

Radio Clandestina è lo storico monologo di Ascanio Celestini, tratto dal libro “L’ordine è stato eseguito” di Alessandro Portelli. “A raccontare questa storia ci vuole un minuto, ma se la conoscila storia, ci metti una settimana.”: è la ragione per cui Celestini continua a narrare le testimonianze dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine, è il motivo per cui l’attore romano rende viva la presenza della memoria, è l’istinto ancestrale dell’epos dei cantori che lo guida verso l’intreccio di storie personali e memoria collettiva.

Così succede che leggendo a una signora analfabeta l’annuncio di un monolocale in affitto, il narratore Celestini si ritrova a raccontare di suo nonno, bigliettaio del cinema Iris, incaricato di leggere le comunicazioni di guerra ad altri analfabeti. E così, sintonizzata la lampadina sulla frequenza di luce, inizia il racconto tra le strade romane di fine Ottocento.
Borgate, parate fasciste, partigiani e nazisti, volti di cadaveri e deportati ebrei: un’umanità che sfila nella mente dello spettatore, sollecitata dalla voce narrante di Celestini, stavolta più romana ma meno ironica del solito.

Scenografia essenziale e voce magnetica

La visualizzazione di immagini attraverso le parole è talmente vivida da rendere superflua una scenografia articolata. Come in altri spettacoli di Celestini, anche Radio Clandestina ha una struttura essenziale, una cornice di legno da cui pendono delle luci, un segno basilare che dà acceso al mondo della narrazione, tra realtà e finzione, tra memoria e storia.

Qualcuno potrebbe dire che i nazisti, gli ebrei, i fascisti e i partigiani ormai non ci appartengono più, che in quelle fosse e altre fosse ci sono gli orrori di guerre che è necessario lasciare nel silenzio dei morti, senza retoriche o discorsi pseudostorici, ma Celestini con la sua voce dal timbro magnetico e dal tono smorzato ci avvisa che qualcuno, invece, accanto a noi si chiama in un certo modo, vive in una strada dedicata a un personaggio o in quartiere trasformatosi nei secoli, perché qualcun altro è stato protagonista di avvenimenti passati, noti o sconosciuti, che sono testimoni del tempo di vita. Sì, è proprio la vita come un rizoma interconnesso che ascoltiamo dai racconti altrui, scorsi o recenti che siano.

Visto il 22-11-2019
al Comunale Laura Betti di Casalecchio Di Reno (BO)