Inframmezzato alle ultime recite dello Schiaccianoci che hanno contrappuntato le festività di capodanno, il recital di canto di Markus Werba, accompagnato al pianoforte da Michele Gamba, ha idealmente aperto il cartellone del 2023 del Teatro alla Scala. Programma della serata era il ciclo liederistico Winterreise, capolavoro della maturità del più grande liederista di sempre: Franz Schubert.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Malinconico viaggio d’inverno
Le 24 poesie che compongono il ciclo Winterreise, ovvero Il viaggio d’inverno, scritte da Wilhelm Müller, furono musicate da Schubert in due periodi tra febbraio ed ottobre del 1827 e la pubblicazione della seconda parte avvenne nel dicembre 1828, un mese dopo la sua scomparsa. Il tema è quello del Wanderer, il viandante, figura centrale della letteratura romanica tedesca.
La Wanderung, il viaggio romantico, era un pellegrinaggio dello spirito, senza una meta precisa, che consentiva di soffermarsi e di esplorare i luoghi che venivano interiorizzati e si fondevano con lo spirito del viandante. In questo caso il protagonista è un giovane che, in seguito ad una delusione sentimentale, intraprende il suo cammino per allontanarsi dal paese della donna amata ed i 24 lieder del ciclo costituiscono una sorta di via crucis in cui non c’è possibilità di consolazione.
Il gelo dell’inverno diventa metafora del gelo del suo cuore: non bastano le lacrime a sciogliere la neve in un paesaggio dominato da ruscelli ghiacciati, alberi spogli, cornacchie, “in cui i fiori sono morti ed il prato appare grigio”, fino all’incontro finale con un misterioso suonatore d’organetto al quale il viandante chiede di unirsi in viaggio per accompagnare i suoi canti malinconici con la musica del suo strumento.
Due grandi interpreti per una grande esecuzione
Le esecuzioni di Winterreise alla Scala hanno sempre visto interpreti di prima grandezza - il ricordo personale si rivolge a due edizioni rispettivamente con José Van Dam e Matthias Goerne - e l’esibizione di Markus Werba ha arricchito con un nuovo nome questo parterre de roi.
Il baritono austriaco si è confermato interprete di grande sensibilità grazie ad un fraseggio raffinatissimo che ha piegato alle innumerevoli sfumature dei singoli brani, dal veemente Erstarrung, al commovente Auf dem Flusse, al mesto Einsamkeit, allo struggente Der greise Kopf.
Al Pianoforte Michele Gamba ha ricreato perfettamente le atmosfere che caratterizzano questo viaggio e le evocative immagini che emergono dagli accompagnamenti schubertiani quali il volo della cornacchia in Die Krähe, il volteggiare del fuoco fatuo in Irrlicht o il giro della manovella d’organetto che scandisce ogni ritornello in Der Leiermann.
Una perfetta simbiosi tra due grandi artisti concretizzatasi in un concerto straordinario che il pubblico, nonostante i robusti colpi di tosse da periodo post-influenzale, ha seguito con emozione e partecipazione ed ha salutato al termine con applausi entusiasti.