Lirica
RIGOLETTO

All’Arena un Rigoletto finto contemporaneo che guarda al passato

All’Arena un Rigoletto finto contemporaneo che guarda al passato
© Ennevi

Seconda nuova produzione del Festival del Centenario, Rigoletto di Giuseppe Verdi ha debuttato all’Arena di Verona in un allestimento firmato da Antonio Albanese.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Scene anni ’50 ma la regia non attualizza la vicenda

Introdotta da una sequenza di Bellissima di Lucino Visconti proiettata su un telone sul lato sinistro del palcoscenico durante il preludio, l’opera si svolge nella campagna padana negli anni del secondo dopoguerra: il primo atto sul plateatico di una trattoria, durante un banchetto organizzato dal Duca di Mantova, qui reinterpretato come il ricco possidente del luogo; il secondo all’interno della casa del medesimo ed il terzo su un barcone in riva al Po nel quale vivono Sparafucile e Maddalena.
L’attualizzazione della vicenda si ferma qui, ovvero nelle scene di Juan Guillermo Nova e nei costumi di Valeria Donata Bettella, dato che i personaggi si atteggiano ed agiscono secondo i più consolidati stereotipi dei Rigoletti di stampo tradizionale. 


Non basta infatti cambiare l’ambientazione per reinterpretare o attualizzare un titolo di repertorio quando poi azioni e costruzione delle scene si mantengono nei binari del già visto. Se al posto degli abiti anni ’50 i protagonisti avessero indossato i classici costumi rinascimentali il risultato sarebbe stato il medesimo, a riprova che la differenza tra uno spettacolo tradizionale ed uno moderno non si limita alla trasposizione temporale degli eventi, ma è necessario un lavoro di regia che reinterpreti, attualizzi e reinventi le dinamiche che intercorrono tra i vari personaggi e che in quest’occasione purtroppo non c’è stato, oltre al fatto che, portando tutta l’azione a proscenio, lo spazio areniano non è stato minimamente valorizzato. 
Probabilmente l’elevato turnover dei cantanti che ha fatto sì che praticamente ad ogni replica i protagonisti cambiassero, ha impedito ad Albanese di svolgere un lavoro più dettagliato ed approfondito in favore di un impianto semplice e funzionale che potesse consentire di entrare in scena quasi senza prove: una scelta sicuramente funzionale ma che ha lasciato alla fine la sensazione di un’occasione mancata.
 

Il vero motivo di interesse nell’aspetto musicale

Decisamente più interessante l’aspetto musicale a partire dal Rigoletto di Ludovic Tézier nell’unica replica che lo ha visto protagonista in questa stagione. Il baritono francese ha costruito un personaggio moderno, che si stacca dal cliché del buffone gobbo, qui reinterpretato come una sorta di matto del paese vestito con una lisa giacca con gli alamari ed un’ostentazione di medaglie prive di valore, che vive ai margini della società. Una figura dolente che lascia il segno, grazie anche ad una vocalità di prim’ordine che qualche piccola incertezza sulla scena non ha minimamente scalfito. Ottimo anche il Duca di Mantova di Yusif Eyvazov, che si conferma fraseggiatore impeccabile, qui in una delle sue repliche più convincenti, come apprezzatissima è stata anche Giulia Mazzola, Gilda dal timbro morbido, disinvolta nelle agilità ed interprete credibilissima. Straordinario per timbro e bellezza dell’emissione lo Sparafucile di Gianluca Buratto, e nel complesso apprezzabili le prove di Valeria Girardello (Maddalena) e Agostina Smimmero (Giovanna).


Sul podio Marco Armiliato è stato molto più convincente in quest’occasione rispetto all’Aida inaugurale. Il suo è un Rigoletto veemente e passionale attento però alle sfumature ed ai dettagli. Nel complesso una direzione estremamente equilibrata e trascinante. Impeccabile la prova del coro dell’Arena di Verona diretto da Roberto Gabbiani
Calorosa la risposta del pubblico che riempiva solo parzialmente le gradinate.

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Visto il 07-07-2023
al Arena di Verona (VR)