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SIGNORI SI NASCE... E NOI?

Signori si nasce… e noi? E i Legnanesi…nacquero!

Signori si nasce… e noi? E i Legnanesi…nacquero!

Inutile girarci intorno: piacciono. E piacciono assai, come direbbe la Marchesa, l’antagonista di questa nuova rivista ambientata tra Legnano e Napoli. Che sia lo zoccolo duro del “loro” solito pubblico, che siano nuovi spettatori di età variegata attirati magari dai social (che, va detto, aiutano a farli conoscere in tutta Italia), la compagnia de >b>I Legannesi>/b> ancora riempie i teatri, mission piuttosto difficile di questi tempi.

Da Legnano a Napoli (e ritorno)

La nuova rivista prende spunto da una celebre battuta di Totò e poggia, come sempre, sui temi cari al fondatore Musazzi ancora oggi più attuali che mai: i bisticci di cortile (di condominio, diremmo oggi), la pensione che non basta mai, l’affitto che aumenta, le simpatie, antipatie e furberie, le inaspettate beghe matrimoniali (la Teresa stavolta la vede brutta) e una bella cucchiaiata di stereotipi sui terun.
La storia parte dal compleanno della Teresa (ma guai a svelare l’età!) e da Legnano si sposta a Napoli, dove la donna si fionda nel tentativo di salvare il suo matrimonio.
Il trio è rodato: ottimo Campisi nei panni di un Giovanni ribelle, solido Dalceri a vestire quelli della Mabilia, figlia dei nostri tempi, tutta chiacchiere e poca sostanza e sontuoso Provasio che ogni anno rende la Teresa Il Personaggio che tutti aspettano per esplodere nella risata pura e genuina, propria di questa comicità. Nel coro dei personaggetti maldestri spicca la cugina Pinetta, ultimamente sempre più (felice) protagonista.

Due tempi snelli

Rispetto a qualche anno fa, con spettacoli che erano arrivati a sfondare il tetto wagneriano delle quattro ore, Antonio Provasio s’è investito di sintesi: ha confezionato un gioiellino di due ore e mezza (compreso l’intervallo) che racconta tutto in modo fluido e compatto, senza perdere nulla.

La rivista… vista da generazioni diverse

Se alle nuove generazioni i balletti in costume possono sembrare anacronistici, che si mettano in fila a farsi raccontare dai senior tutto il bello del teatro di rivista. I colori sgargianti e le melodie popolari colorano la storia, trascinando il pubblico in un vortice di dejà-vu che comunque non annoia mai.
Perché i Legnanesi sono così: se li ami, li ami nella gioia e nel dolore, in salute e malattia, in ricchezza e povertà (e quest’ultima abbonda), finché morte non ci separi.
Visto il 05-01-2018
al Repower di Assago (MI)