Si usa dire che buon sangue non mente. Una conferma dell'antico proverbio viene dalla singolare discendenza del celebre direttore d'orchestra tedesco Kurt Sanderling (1912-2011). Tre figli avuti dai due matrimoni: Thomas (1942) dal primo; Stefan (1964) e Michael (1967) dal secondo. Tutti e tre divenuti, a loro volta, direttori di ragguardevole livello.
Un direttore di vaglia, un'orchestra di valore
E proprio Michael Sanderlig, insieme all'Orchestra Sinfonica di Milano, è il protagonista del concerto che fa da perno delle Settimane Mahler 2024 di Dobbiaco. Manifestazione giunta alla 44a edizione, ed inaugurata con l'esecuzione della Quarta Sinfonia del compositore austro-boemo, proposta in una nuova trascrizione cameristica affidata alla Jewisch Chamber Orchestra Munich diretta da Daniel Grossman. In programma una settimana dopo, nella Gustav Mahler-Saal che vediamo piena, esaurita in ogni ordine di posti, la sua Sesta Sinfonia in la minore.
Comporre nella quiete delle vacanze estive
Vasta pagina sinfonica in quattro movimenti, al pari della Prima Sinfonia, la Sesta venne composta da Mahler, come la maggior parte dei suoi lavori, quando era libero dagli impegni direttoriali, dunque nei mesi delle vacanze estive. In Carinzia, nell'estate del 1903 ne vennero stesi i primi tre movimenti, in quella del 1904 vide la luce il quarto.
Le vacanze erano per lui opportuni momenti di relax trascorsi serenamente a contatto con la natura, all'aria aperta; anche in quel periodo della sua vita particolarmente sereno, che vide la sua piena affermazione artistica, il matrimonio con Alma Schindler e la nascita delle due figlie. A Dobbiaco, allora austriaca, soggiornerà in seguito, dal 1908 al 1910, scrivendovi Das Lied von der Erde, la Nona Sinfonia ed iniziando la Decima.
Una sinfonia inquieta e nervosa, altamente impegnativa
La Sesta Sinfonia si è guadagnata il soprannome di“Tragica”. Non tanto per il suo carattere complesso, irregolare, assolutamente non schematico; quanto per il carattere nervoso, inquieto, tragico e tenebroso, talora persino demoniaco che l'intride tutta a partire dal monumentale e nevrotico Allegro energico iniziale, e che è presente anche nello Scherzo. Climax febbrile ed enigmatico che si dirada nel secondo, elegiaco movimento Andante moderato, ma che infine trova il suo apice nel Finale, che conclude la partitura «in una atmosfera cupa, dove regna lo sconforto, il pessimismo abissale di un individuo sopraffatto da presentimenti di morte», come annotava Giacomo Manzoni.
E' un lavoro complesso ed articolato, la Sesta, quasi ipertrofico, che richiede un ampio dispiegamento di strumentisti – oltre un centinaio – che la l'Orchestra milanese mette in campo senza difficoltà, e che risultano di eccellente precisione ed affiatamento. Dote indispensabile, anche perché Mahler crea gli impasti più vari e le combinazioni più inattese.
Michael Sanderling, dal 2021 direttore principale dell'Orchestra di Lucerna, la sollecita con energia, ottenendo suoni talora tellurici, persino corrosivi, senza sacrificare né precisione, né chiarezza e brillantezza strumentale.
Nella sua lettura spicca una ben definita e personale fisionomia, amaramente intensa, ponendo l'accento più sull'aspetto drammatico – è una resa sonora, la sua per così dire, spiccatamente 'teatrale' - piuttosto che su quello apparentemente grottesco; una chiave di lettura, quest'ultima, che non ci ha mai attratto.