Migliaia di sguardi rivolti verso l’alto, se presti attenzione potrai cogliere un fugace luccichio, se ti fermi ad osservare potrai renderti conto che la signora canuta che era seduta davanti a te in realtà ha solo 10 anni e che finalmente quei volti affaticati dalla vita si sono rilassati in un grande e spontaneo sorriso.
Questa è la scena finale dello spettacolo “Slava’s Snowshow”: un pubblico felice dagli 8 agli 80 anni che non vorrebbe varcare la soglia del teatro per continuare a giocare tutta la notte con le enormi palle colorate che continuano a volteggiare nell’aria.
Sul palco ci sono 5 clown, hanno il viso dipinto e il naso rosso , ma immediatamente cogli che c’è qualcosa va oltre la loro tuta verde, sono veri, sono personaggi, artisti, poeti, sono persone che lavorano per emozionare ed emozionarsi. In platea, sommerso da una folla di bambini, c’è un clown, un altro, ha una tuta gialla e le scarpe rosse, sorride, è Asisyai, il clown creato dal mimo russo Slava Poulin che da anni gira il mondo con la sua compagnia per diffondere una nuova figura di clown, poetico, quasi evanescente, un personaggio capace di stupire e commuovere
Ispirato dal talento di grandi artisti come Chaplin, Grock, Marceau, Slava con la sua pantomima, i suoi studi e i suoi sogni di bambino, conduce la figura del clown dal tendone del circo al teatro regalandogli una nuova identità che fonde le tecniche della clownerie tradizionale ad un’ innovativa espressività e forma di comunicazione con il pubblico.
Tutto lo spettacolo è un viaggio attraverso il tempo e i ricordi, un mondo onirico di desideri e paure. È lo spettacolo della neve, della sua forza irrefrenabile che scompiglia i capelli e ti sommerge senza tregua, del suo silenzio magico che lascia il mondo sospeso, è lo spettacolo delle notti russe trascorse tra mille pensieri e delle canzoni ballate in compagnia.
Il sipario è aperto, non si è mai chiuso, il sipario non c’è… palco e platea sono tutt’uno, il viaggio inizia a bordo di un treno che arriva in lontananza, si attraversa poi un fumoso mare a bordo di una barca_letto dalla bianca vela, ci sono addii malinconici, attese sospese in un tempo indefinito e ritorni carichi di allegria, con gli ombrelli aperti e “la pioggia che va”.
Questa è la magia di Slava’s Snowshow, una macchina del tempo approdata nuovamente sul palco dello storico Teatro Duse di Bologna dal 29 al 4 marzo 2012 per regalare al numeroso pubblico presente momenti di pura magia.
“Oggi le cose più popolari sono crudeli, perché si è alla ricerca di emozioni forti. Non c' è spazio per la dolcezza e la clownerie è, in primo luogo, tenerezza. Io sono stato più testardo di altri, perché credo fermamente che la tenerezza sia necessaria". Slava P.