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THE CITY

THE CITY: uno sguardo implacabile e provocatorio sulla società contemporanea

The City
The City

Un tempo sospeso, un interno borghese, uno spazio bianco: una scena minimalista, quasi asettica, priva di oggetti, ma viva, testimone partecipe dell'alienazione e della incomunicabilità dei protagonisti, personaggi incastrati nei loro ruoli sociali, prigionieri di sé stessi, che faticano a riconoscersi.

Jacopo Gassmann porta in scena The City, testo controverso dell’autore inglese Martin Crimp, una delle voci più̀ importanti e radicali della scena contemporanea ma ancora poco conosciuto da noi: i suoi lavori sono difficili e complessi, con un linguaggio arduo da tradurre e ostico da interpretare, poiché Crimp ha la rara capacità di interpretare la realtà̀ attuale dei rapporti umani con intelligenza e disincanto.
 

Christian La Rosa e Lucrezia Guidone 


Scritto nel 2008, Crimp ha dichiarato che l’idea gli venne suggerita dalla lettura di due opere: L’uomo flessibile di Richard Sennett, che racconta le difficoltà della classe media colpita dalla disoccupazione e Il pomeriggio di uno scrittore di Peter Handke, di cui è protagonista un traduttore che non riesce ad appagare la propria ambizione di essere un autore. 

“Sperimentale nella forma e inquietante nel contenuto”

Il teatro di Crimp è stato definito “sperimentale nella forma e inquietante nel contenuto”: non rassicura il pubblico con storie avvincenti e personaggi in cui identificarsi, il suo non è un teatro che fornisce risposte, ma spinge a porsi delle domande, a guardare la realtà in modo critico per poterla comprendere ed interpretare.
 

"The City" di Martin Crimp, regia Jacopo Gassmann


Crimp solleva molteplici interrogativi, pone domande non rassicuranti, ma la ragion d’essere del teatro è appunto questa: non ci si può limitare a raccontare una storia - perché il cinema e la televisione hanno mezzi più efficaci per farlo, la forza del teatro è la sua capacità di sollevare domande scomode, di condurci in una zona grigia dove tutti potenzialmente sono sia vittime che carnefici, un luogo in grado di ospitare la contraddizione.

Influenzato da Beckett, Pinter e Mamet, Crimp ha fatto sua la lezione sul potere dell’assurdo e del paradosso: la sua poetica è complessa e articolata, nei suoi testi si alterano con sapienza dialoghi feroci e divertenti a monologhi impegnativi e densi e scene più complesse.

La cecità domina i rapporti e il contesto sociale

La vicenda nasce come un “banale” conflitto domestico, per poi trasformarsi inesorabilmente in un delirio a due, attraverso cui si insinuano le minacce del mondo esterno: un mondo dove si può̀ essere licenziati da un momento all’altro e in cui le guerre, apparentemente lontane, possono invadere improvvisamente la nostra vita, insinuarsi tra noi, dentro di noi.

Ciò che caratterizza i personaggi di Crimp è la cecità, che domina i loro rapporti e il contesto sociale in cui vivono: faticano a vedere sé stessi prima ancora che gli altri.

Christian La Rosa e Lea Lucioli


Clair (Lucrezia Guidone) e Chris (Christian La Rosa), i protagonisti, sono prigionieri delle proprie nevrosi, sono talmente presi da sé stessi da non accorgersi di ciò che gli sta succedendo: il loro rapporto si sta sgretolando lentamente e loro sono incapaci di capirsi e ascoltarsi. 

Non prestano attenzione nemmeno a ciò che accade nel mondo, dominato da paure e violenze, da guerre che sembrano lontane, irreali ma che invece irrompono prepotentemente nel vivere quotidiano. Sono ciechi di fronte ai danni che stanno infliggendo ai loro figli e alle generazioni future con la propria indifferenza. Questa cecità purtroppo riguarda un po’ tutti noi, è un problema che ci appartiene.
 

 Lucrezia Guidone, Olga Rossi e Christian La Rosa


Crimp, attraverso i suoi testi pone domande sul teatro e sul nostro modo di guardare uno spettacolo e recepirlo: le sue opere fanno vacillare le regole teatrali consuete, è un autore che, per primo, si mette in crisi e in discussione.

Crimp e il potere del linguaggio

The City è un testo ricco e denso, stratificato, che si muove su più livelli, ma 
allo stesso tempo è uno spettacolo ironico e a tratti divertente – se si accetta di mettersi in gioco. Crimp è un autore che in un certo senso decostruisce il linguaggio, lo frammenta e poi lo ricompone. Il testo è di fatto aperto alle interpretazioni che il pubblico, chiamato a mettersi in gioco in prima persona, riesce a trovare riflettendo anche sulle proprie esperienze e il proprio vissuto.

"The City"


Vuoto esistenziale, smarrimento, incomprensioni, tensione sono gli elementi che caratterizzano il denso testo di Crimp, costruito attraverso una serie di serrati e taglienti dialoghi pervasi da una tensione crescente.
The City è una commedia nera, enigmatica, grottesca, a tratti surreale, incentrata sul potere del linguaggio, attraversata da un’inquietudine e una crudeltà̀ di fondo.

La regia di Gassman è curata, puntuale e senza sbavature e si avvale di un cast di attori di prim'ordine, Lucrezia Guidone, Christian La Rosa, Olga Rossi e la giovanissima Lea Lucioli (per la prima volta sul palco), che danno vita a personaggi complessi e avvincenti. Crimp offre uno sguardo implacabile e provocatorio sulla società contemporanea, un mondo in cui le certezze vacillano e il confine tra realtà e finzione è sottile e molto labile.

Visto il 15-03-2024