Dopo il riallestimento della Pietra del paragone di Pier Luigi Pizzi (produzione 2002 che ha girato molti teatri in Italia e all'estero, noi l'abbiamo recensita a Parma e Madrid), la terza opera nel cartellone del ROF 2017 è la rarissima Torvaldo e Dorliska che torna al Teatro Rossini dopo 11 anni e registra uno straordinario successo di pubblico con prolungati e convinti applausi. L'edizione critica è stata curata da Francesco Paolo Russo per riproporre l'originale andato in scena nel 1815 al Teatro Valle di Roma.
Un grande lavoro di Mario Martone
Sicuramente merito del successo va al regista Mario Martone che ha saputo imprimere brio, vivacità e divertimento a una vicenda che invece non ha un plot particolarmente avvincente. Il libretto narra una storia poco originale ambientata nel Nord Europa: una giovane fresca di matrimonio viene imprigionata dal nobile cattivo che la pretende per sé fino a quando, dopo varie vicissitudini, il marito e due servitori scaltri la liberano per l'happy end. La scena di Sergio Tramonti ha in palcoscenico una cancellata vista da dentro e, oltre questa, un bosco impenetrabile su terreno scosceso. All'interno del cancello c'è il castello, che dunque è in realtà la platea: si utilizzano il proscenio, gli spazi tra le poltrone e i primi palchi per recitare e cantare, con grande coinvolgimento e divertimento del pubblico. I costumi di Ursula Patzak situano l'azione nel medioevo con cura filologica. Le luci di Cesare Accetta consentono il miglior utilizzo possibile di palco e platea. Insomma una messa in scena che ha incantato il pubblico anche per la intelligenza delle citazioni, come il momento in cui piovono dal loggione cartoncini rossi con su “VIVA R.O.S.S.I.N.I.” a ricordare la celeberrima scena iniziale del film Senso di Luchino Visconti.
Un cast perfetto
Altro motivo di merito del grande successo va al cast. Salome Jicia é una Dorliska dalla voce estesa e pulita, ideale accanto al Torvaldo partecipe ed espressivo di Dmitry Korchak. Il cattivo Duca d'Ordow è ben reso da Nicola Alaimo, anche fisicamente. I servitori scaltri sono i bravissimi Carlo Lepore (Giorgio) e Raffaella Lupinacci (Carlotta): in particolare si è apprezzato il primo per la mimica facciale e la gestualità da vero teatrante nonostante il braccio immobilizzato per una frattura. A completare il cast l'agilissimo e vocalmente appropriato Filippo Fontana (Ormondo) e il Coro del Teatro della Fortuna preparato da Mirca Rosciani. Francesco Lanzillotta, alla guida dell'Orchestra sinfonica Rossini, garantisce il rispetto dei tempi e suoni ben bilanciati, con la giusta enfasi ai momenti drammatici e la necessaria leggerezza per quelli più distesi in un raccordo ideale tra buca e voci.