Quando la BBC decise di produrre il documentario Jamie: Drag Queen at 16 voleva raccontare la storia del riscatto di un sedicenne nato in un piccolo centro a Nord dell’Inghilterra: una bella storia quella di Jamie Campbell, dalla sofferenza per la sua lotta nel poter esprimere liberamente la propria inclinazione naturale alla gioia di esserci riuscito.
Quella storia oltre che bella era anche forte, tanto che qualche anno dopo, è diventata il musical Everybody's talking about Jamie, pluripremiato, e dopo qualche anno ancora un evento che gira il mondo. In Italia, questo spettacolo è diventato Tutti parlano di Jamie - il musical, con l’adattamento e la regia di Piero Di Blasio e Giancarlo Commare come protagonista.
L’allestimento e la trama
La prima cosa evidente è che l’allestimento è equiparabile a quello delle produzioni inglesi o americane. Nell’adattamento e nel lavoro registico, Piero Di Blasio ha attinto dai canoni internazionali ma con quel giusto peso di background italiano che ha valorizzato alcuni aspetti invece di sottoporli a rischio delusione.
Sicuramente il supporto musicale di Dino Scuderi e le scene di Alessandro Chiti hanno contribuito notevolmente alla riuscita del progetto.
La storia e il messaggio
Il cast artistico, coeso, ha trasmesso in toto il messaggio dell’opera: Jamie è il manifesto dell’inclusività! La sua è una storia semplice ma inusuale: ha solo sedici anni quando capisce che vuole indossare abiti femminili. Osteggiato dal padre e dal sistema scolastico, Jamie trova supporto nell’amorevole madre, comprensione nell’amica di famiglia, complicità nella compagna di classe che come lui è vittima di bullismo e sostegno da una anziana drag queen che lo spinge a trovare la donna interiore da far emergere per esternare quello che lui sente nel profondo.
Di Blasio lascia che le parole siano emozione, pianto e riso. Riesce a non superare i confini labili di questa tipologia di spettacolo e con eleganza tiene il pubblico appeso alla storia. E’ uno spettacolo che parte in modo energico e che via via diventa più intimista, con i tempi diluiti per far arrivare meglio il messaggio del testo. Che è certo, arriva in tutta la sua franchezza.
La responsabilità di Giancarlo Commare
A vestire i panni di Jamie è l’attore Giancarlo Commare. Commare è un volto televisivo ed era sicuramente una scommessa. Per quanto si sia destreggiato egregiamente nel canto (lo ha affrontato per la prima volta), sul personaggio il suo lavoro è stato eccelso: suoi sono i tempi comici e la capacità di destreggiare i cambi emotivi da copione.
Accanto a lui una mamma d’eccezione, Barbara Cola, che incanta ogni volta che affronta un brano musicale. Ottime anche le performance di Benedetta Boschi (l’amica Pritti) e Ludovica Di Donato (Ray, l’amica di famiglia).
Divertentissime le Drag Queen interpretate da Umberto Noto (che ha anche il ruolo di padre di Jamie), Michele Savoia e Sebastian Gimelli Morosini. Gradevoli anche Lisa Angelillo (insegnante), Franco Mannella (Hugo/Loco Chanel). Tutti i compagni di scuola di Jamie sono un gruppo fondamentale, caratterizzato e forte nel recitato, nel cantato e soprattutto nelle coreografie realizzate da Laccio.
Tutti parlano di Jamie - il musical non fa retorica, ci ricorda semplicemente che essere se stessi è un diritto da esercitare sempre e non solo quando corrisponde alle nostre credenze e che le parole gusti, inclusività, tendenze andrebbero lasciate agli aspetti materiali della nostra esistenza e non all’esistenza stessa.