Venere in pelliccia continua a raccogliere lunghi applausi durante la prima messinscena italiana: Sabrina Impacciatore interpreta in maniera eccezionale il difficile doppio ruolo di Vanda Jordan / Wanda von Dunajew, sfoggiando grande carica sensuale e una prova drammaturgica unica e di carattere.
Capolavoro della letteratura mitteleuropea divenuto sexy dark comedy
Venere in pelliccia è l’opera di Leopold von Sacher-Masoch dalla quale è anche derivato il termine masochismo. Nel 2010 è David Ives a farne un adattamento teatrale sbarcando a Broadway: c’è una sala prove e c’è un regista alle prese con le audizioni per assegnare proprio il ruolo di Wanda von Dunajew in un adattamento di Venere in pelliccia. Ma soprattutto c’è un’attrice: Vanda Jordan è goffa e sboccata, ed è anche in ritardo perché le audizioni sono terminate. Vanda è affascinante, forse anche ingenua, e certo, è pronta a tutto pur di ottenere la parte. Oltre al duello previsto dal copione, tra dominatrice e schiavo, ne inizia un altro, tra regista e attrice, ricco di ambiguità e seduzioni: diventare dominatore oppure sprofondare nella degradazione? Attuale più che mai Spiega Sabrina Impacciatore: “Sembra scritto per gli avvenimenti di questi mesi, proprio sulla misoginia e sugli abusi di potere. È un testo in cui il potere cambia continuamente padrone, un ribaltamento continuo di ruoli, e racconta in maniera intelligente e sottile la relazione che intercorre tra un uomo di potere e una ragazza in una posizione di subordinazione psicologica. E di come, poi, la consapevolezza di questa ragazza possa ribaltarne la dinamica”.Proprio il finale misterioso della pièce è la vera ciliegina: Vanda Jordan, recitando versi tratti dalle Baccanti, diviene una vera dea vendicatrice di tutte donne, denunciando persino la sottomissione soltanto come un altro strumento di controllo e di potere.