A circa trentun’anni dall’inizio della sua carriera Paola Turci torna in scena con una tournee in cui farà tappa nelle principali città italiane e si conferma Viva da morire.
A circa trentun’anni dall’inizio della sua carriera la cantautrice romana Paola Turci torna in scena con una tournee in cui farà tappa nelle principali città italiane e si conferma Viva da morire, come il titolo del suo ultimo album in studio che da una precisa impronta di intenti anche alle serate live nei teatri, pensate come un mix fra passato, presente e futuro.
Nelle due ore del concerto ci sono tutte le facce di un’artista poliedrica che passa da una verve interpretativa intimistica all’anima più puramente rock imbracciando la chitarra e regalando ai fan momenti di divertimento assicurati. Paola Turci si presenta sul palco accompagnata dai suoi quattro musicisti: Fernando Pantini alla chitarra elettrica, Pier Paolo Ranieri al basso, Fabrizio Fratepietro alla batteria e Roberto Procaccini alle tastiere. Dietro di lei un grande video wall, sfondo visivo di molte canzoni, e una scritta al led sul calco grafico della copertina dell’ultimo album. Tanto basta ad un’artista meravigliosamente in forma per trasportare gli spettatori in oltre due ore di musica e di carriera pienamente vissuta, senza il bisogno di particolari colpi di scena o effetti speciali.
Passato, presente e futuro della cantautrice romana
La scaletta della serata è costruita in un perfetto equilibrio che tiene conto sia del percorso storico della cantautrice sia del mood delle canzoni giostrate tra momenti più sostenuti e piccole perle intimistiche di sublime interpretazione, una su tutte l’omaggio al grande Domenico Modugno in Dio, come ti amo, eseguita in un potente connubio emotivo tra voce e chitarra. Ai nuovi brani come L’arte di ricominciare, Prima di saltare e la sanremese L’ultimo ostacolo, si susseguono evergreen a furor di pubblico fra cui Stato di calma apparente, Io e Maria, Saluto l’inverno e così via.
La cantautrice non dimentica Roma, la sua città, lanciandosi in un dolcissimo ricordo di famiglia di cui è protagonista uno dei simboli della romanità per eccellenza, Anna Magnani. Ma dimme te è una canzone di rabbia e tradimenti in un romanesco che ricorda quello degli immortali stornelli, con la chitarra pizzicata e un canto intriso di un’interpretazione accorata per certi versi sulla falsa riga dell’indimenticabile Gabriella Ferri.
Un concerto coinvolgente e intimistico allo stesso tempo
La Turci parla molto con il pubblico, non solo introducendo le canzoni in determinati contesti e aneddoti ma anche calandosi in discorsi sulla società di oggi sempre più chiusa come prima di Frontiera, brano scritto sul finire degli anni ’80 ma purtroppo ancora molto attuale. Altro momento particolarmente emozionante Piccola, chicca di interpretazione e musica racchiusa nell’ultimo lavoro.
Verso la chiusura del concerto i fan rompono le righe arrivando sotto al palco, dove la cantautrice si lancia nell’esecuzione degli ultimi pezzi, coinvolgendo il pubblico con Fatti bella per te, Ti amerò lo stesso e, fra le altre, l’intramontabile hit anni ’90 Questione di sguardi, cantata a gran voce da tutto il teatro.