Difficile parlare di vampirismo e non pensare al sanguinario Conte Vlad Tepes di Valacchia, leggenda della letteratura gotica rappresentata anche al cinema dal primo film di Friedrich Wilhelm Murnau (Nosferatu il vampiro) al capolavoro di Francis Ford Coppola (Dracula di Bram Stocker).
Ma Vlad Dracula - il Musical di Ario Avecone ci ha spiazzato. Il conte sanguinario, il vampiro transilvano simbolo di forza e ferocia per la prima volta viene rappresentato nella sua umanità.
La drammaturgia strizza l'occhio al thriller
Il fumo e un suono acuto intrattengono lo spettatore prima dell’apertura del sipario. Il suono svanisce, si apre il sipario e un grande orologio sottolinea l’importanza che il tempo assume in questo spettacolo.
La prima ad apparire è la Contessa Justina (Chiara Vergassola). L’esibizione è accompagnata da effetti di computer grafica che destano l’attenzione su quello a cui successivamente si assisterà. Si entra subito nel vivo con l’incontro tra il giovane giornalista Jonathan Harker (Marco Stabile) e il Conte Vlad Tepes (Giorgio Adamo). Deciso a scoprire cosa si cela dietro le sparizioni di Whitby, Harker ha uno scambio fitto con la Contessa e da lei comprende la malvagità del Conte Vlad.
Tra praticabili in continuo movimento, l’atmosfera gotica creata dalle luci e da installazioni sceniche dal richiamo industriale, i personaggi scandiscono il racconto come un orologio, ognuno come fosse componente essenziale di quell’ingranaggio: il Prof Van Helsing (Christian Ginepro), alchimista fiero e razionale, cerca una spiegazione logica per dare un senso a tutti questi misteri, mentre Mina Murray (Arianna Bergamaschi), la reincarnazione di Elizabeth, moglie di Vlad, è la chiave dello spettacolo. Il Dottor John Seward (Paolo Gatti), e il suo collaboratore Strattford, (Jacopo Siccardi) indagano invece per scoprire la verità.
Interessante è l’approfondimento di un personaggio presente nel romanzo, Renfield (Antonio Melissa), un visionario inventore che per raggiungere i suoi sogni professionali di scienziato si allontana dalla figlia Lucy Westenra (Valentina Naselli) e per questo cade nella solitudine e nella depressione. Un uomo dalla doppia personalità, la cui anima oscura, ombra e ispirazione, è interpretata da Dario Guidi.
L'uomo e la sua capacità di autodistruzione
Il testo chiude un cerchio su un aspetto della figura del vampiro: l’attesa.
L’eternità non è altro che la ricerca finalizzata all’incontro con il suo grande amore, fosse anche per un’ultima volta, in un tempo sospeso che non può finire se non nel raggiungimento del proprio obiettivo.
E’ proprio in questa attesa che si manifesta la parte umana di Vlad, quella che passivamente accetta il compromesso del tempo infinito affinché un sogno rimanga vivo e realizzabile. Dracula appare stanco, sopraffatto da una mancanza che lo rende vittima degli eventi da lui stesso creati. Limitando il narcisismo con cui è stato spesso rappresentato, hanno spazio le aberrazioni dei personaggi che lo circondano e con questa scrittura, hanno una forza tale da rendere potente il messaggio che gli autori Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara hanno veicolato; il tempo, un bene prezioso che il genere umano sta sprecando dal momento in cui ha iniziato lo sfruttamento delle risorse energetiche (non a caso in questi giorni è stato modificato anche il tempo nell’orologio dell’apocalisse).
Lo spettacolo strizza l’occhio al contemporaneo, alle contraddizioni e alla deriva senza tralasciare gli elementi gotici che caratterizzano il personaggio.
La regia, le musiche e le scene
La regia, completa di effetti luminosi, sonori e di computer grafica, si spinge oltre il consueto, regalando al pubblico una visione a tratti cinematografica. Le scenografie, a stampo industriale, sono in continuo movimento (va riconosciuto agli attori e ballerini l’enorme lavoro per tutta la durata dello spettacolo) e questo sposta costantemente il focus della narrazione dando la sensazione, a chi guarda, di essere in quello spazio-tempo sospeso, in grado di espandere la propria coscienza sul senso del libero arbitrio.
Il concetto di bene e male diventa riflessione/paragone tra indispensabile e superfluo, la storia diventa così un momento veramente straniante dal quotidiano. Le musiche, ibride tra pop e rock realizzate dal Maestro Simone Martino in collaborazione con Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara sono composte al pari dei musical d’oltre oceano.
Bravissimi tutti gli attori nel gestire recitazione e canto in un unico filo narrativo senza avvertire mai lo scollamento tra l’uno e l’altro (problema rilevato in qualche produzione del genere). Da segnalare anche i costumi d’epoca e i dettagli realizzati da Myriam Somma.
Vlad Dracula è un lavoro onorevole di chi ha osato e per chi, sedendosi in platea, si è lasciato accarezzare dall'idea di assistere a un musical decisamente fuori dagli schemi: poco italiano, innovativo e incredibilmente affascinante.