Bella e triste, bella ed insoddisfatta, bella e lontana dagli altri, bella e sensibile, bella e sfortunata: questo e molto altro è stata Sissi, regina ribelle, mai doma, mai in pace con sé stessa, sempre carica di personalità, sempre pronta ad andare incontro alla vita con tutte le sue imprevedibilità, le sue sfaccettature ed i suoi imprevisti.
Sissi, al secolo Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, è stata oggetto da sempre delle attenzioni del cinema, della televisione, del teatro e dei romanzi più affascinanti e coinvolgenti; laddove la sua vita, è stata fin dall’inizio, un po’ avventurosa, un po’ accompagnata da una irreversibile volubilità, un po’ anche sofferta e sfortunata, nonostante sia diventata in giovane età regina di uno dei regni più importanti d’Europa e per quei tempi forse pure del mondo. Ella muore per mano di un anarchico, tale Luigi Lucheni, pare con una coltellata ben piantata nel petto il 10 Settembre 1898.
Il nostro spettacolo prende forma proprio da questo assassinio per restituirci la figura di una donna, Sissi per l’appunto, non più stereotipata nei monumenti di un racconto apollineo e statico, ma nella dinamica introspettiva e passionale dell’animo di una donna ricca di personalità e di contraddizioni che vive il suo tempo, la sua posizione nel mondo, e il suo alto rango in continue crisi di identità, fughe, amorazzi mai sbocciati e forse mai assopiti nello stesso tempo e sofferenze inaudite per la morte precoce di due figli.
Uno spettacolo intimista dunque più che biografico e “storico” che, sono certo, non mancherà di attrarre e di emozionare, coinvolgendo per l’arco di circa 90 minuti il pubblico in un girotondo esistenziale, umano e sentimentale di inaspettata originalità e di grande impatto emozionale.