Con il suo nuovo spettacolo Emanuele Salce rinnova, a dodici anni di distanza dal fortunatissimo “Mumble Mumble”, quell’esigenza impudica di confessare sul palco, tra verità e finzione, un vissuto che reclama di essere raccontato, condiviso e quindi esorcizzato.
Un racconto in due tempi, dal tono tragicomico.
Due attori in un camerino discutono di uno spettacolo da farsi.
Un narratore ed un maieuta, che cercano di comporre una struttura da idee, fatti e personaggi tratti dalla propria esperienza. Con l’esigenza di esprimersi, di continuare a scavare nel proprio vissuto, da una parte; e dall’altra la voglia di mettersi in gioco, di scommettere con una posta alta. Al centro, l’ansia e la preoccupazione per un’opera seconda, spauracchio inesorabile, ostacolo inevitabile per chiunque abbia l’esigenza di esporre un’emozione artistica.
Da questa struttura al quadrato, che mette in scena uno spettacolo e il suo farsi, si estraggono due storie intime, due pagine dal diario privato, sofferto e sarcastico, di un uomo inadeguato all’amore e alla morte, e quindi alla vita. Ecco, quindi, il Diario di un inadeguato.