L'idea di contrapporre un musicista classico a passi di danza di estrema contemporaneità, non è certamente cosa nuova. Nel caso di Chopin, il coreografo prende lo spunto da un'affermazione tratta da un'intervista rilasciata da Daniel Barenboim. Dice il Maestro: «…la mano che occorre per Chopin è completamente diversa dalla mano che occorre per Liszt. La mano per Beethoven e Brahms è piuttosto piccola, per Chopin occorrono dita lunghe e un'ampia apertura….»
Nel comporre la coreografia De Alteriis dunque contrappone alle note di Chopin, dolci o suadenti, brillanti o melanconiche, ma sempre classiche (o meglio "romantiche"), una tecnica contemporanea e graffiante, in cui ai piedi arcuati ed impostati della tecnica classica si contrappone un'altra estetica, dove i danzatori lasciano esprimere il loro sentire attraverso l'ampiezza e la fisicità del movimento, facendosi trasportare in una dimensione immaginaria che sta al di sopra del rapporto pubblico/artista.
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Regia:
Marco De Alteriis
Autore:
Frédéric Chopin