Carmen di George Bizet è un’opéra-comique in quattro quadri su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dall’omonima novella di Prosper Mérimée del 1845. Venne composta tra il 1874 e il 1875 per l’Opéra-Comique di Parigi, dove Bizet stesso curò la preparazione dell’allestimento durante i mesi di prove, continuando a rimaneggiare la partitura fino alla prima del 3 marzo 1875.
La lavorazione continuò anche in seguito, e il compositore produsse una versione senza le canoniche sezioni parlate/recitate dell’opéra-comique in vista di un allestimento viennese, dove il genere era poco frequentato, sostituendo le parti parlate con recitativi. L’edizione del 1877, oggi la più rappresentata, si attiene alla “variante viennese”. L’adattamento della novella vide diverse modifiche, tra cui l’introduzione del personaggio di Micaela e il maggior rilievo dato al torero Escamillo.
La vicenda si svolge a Siviglia attorno al 1820, dove il militare Don José viene sedotto dalla zingara Carmen, allontanandosi dal suo mondo e avvicinandosi a quello di lei in una spirale di gelosia e illegalità che lo porterà ad uccidere lei e a consegnarsi ai infine gendarmi. Il potere seduttivo della protagonista costituisce il fulcro attorno al quale si muovono gli altri personaggi, e sarà anche il motivo del suo tragico destino. Carmen è un’eroina libera, voluttuosa ma determinata e profondamente insubordinata a qualsiasi imposizione. Bizet utilizza diversi espedienti compositivi che nell’insieme rendono Carmen un’opéra-comique decisamente aggiornata e rivolta alla contemporaneità, con riferimenti alle innovazioni di Verdi, Wagner e del verismo italiano.