Scritto nel 1959 e andato in scena nel 1960, “II guardiano” segna il primo vero successo di Pinter che con questo testo riesce a toccare nel vivo la società inglese dell’epoca. La pièce si svolge, come in altri testi del Premio Nobel, in una “stanza”, ma lo spazio ingombro dei più svariati oggetti non suggerisce altro che un mondo senza più ordine e armonia. In questo ambiente inquietante e minaccioso assistiamo all’arrivo di un giovanotto, Aston, e di un barbone, Davies, che viene assunto da Aston a fare il guardiano. Quando irrompe in scena Mick, il fratello di Aston, gridando “A che gioco giochiamo!” la partita a tre avrà regole brutali, e non conoscerà limiti di campo. Quello che è veramente in gioco tra Aston, Davies e Mick è come conquistare il dominio sull’altro e con quali strumenti.
Pinter parla di qualcosa di oscuro che travalica la quotidianità, qualcosa che ci riguarda profondamente e che è strettamente legato alla natura dell’uomo.
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