Pirandello, Viviani, Totò, Moscato. Un premio Nobel e tre mostri sacri della scena teatrale, tutti e quattro figli dello stesso sud. Cesellatori ineguagliabili dei rispettivi dialetti, lingua per eccellenza dell’espressione dell’anima popolare.
L’unica certezza certa della vita è la morte; eppure, per l’uomo di oggi questo è l’ultimo dei pensieri. In questo mondo che freneticamente rimbalza da un’illusoria soddisfazione materiale all’altra la morte è un fastidioso inconveniente, un seccante contrattempo, una inaspettata perdita di tempo. La morte ha perso la sua sacralità…che poi è la stessa sacralità della vita. Dove c’è vita, c’è inevitabilmente la morte. La vita scorre da sempre all’ombra della morte. E ciò non è affatto una considerazione negativa. Tutto sta nel decidere come scegliere di vivere il tempo che ci è stato assegnato.
Beh, ci sarebbe poi lo spirito, l’anima, la fede, la vita eterna. Non è semplice. Ma restiamo nell’ambito terreno.
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Autore:
Luigi Pirandello, Viviani-Totò- Moscato
Produzione:
Teatro di Napoli, Arteteca, Teatro Sannazaro
Regia:
Pierpaolo Sepe
Protagonista:
Benedetto Casillo
Durata:
90 minuti
Numera atti:
2
Anno di produzione:
2024