L'Assaggiatrice di Hitler racconta una storia drammatica senza scadere mai nella banalità, l’intento drammaturgico e della messa in scena è quello di creare uno spettacolo evocativo dove due sole attrici interpretano – suggerendoli – tutti i personaggi, in modo da lasciare allo spettatore la libertà di immaginarli. La messa in scena vuole creare una sintesi vitale fra tutti i linguaggi scenici: drammaturgia della parola, corpo e voce delle attrici, ambientazioni sonore, suggestioni visive.
tratto da Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli)
Il romanzo Le assaggiatrici si ispira alla vita di Margot Wolk, storica assaggiatrice di Adolf Hitler nella caserma di Krausendorf: il Führer era paranoico ed aveva l’ossessione di essere avvelenato, per questo aveva bisogno di qualcuno che assaggiasse per lui il cibo, prima di poterlo mangiare. Nel romanzo viene raccontata la storia di Rosa Sauer, una donna fragile e incapace di reagire come molti alle violenze e ai soprusi del periodo nazista.
La storia di Rosa è anche una storia sull’assenza dell’amore, sentimento violentato dalla storia, che spinge i protagonisti verso una vita esclusivamente materiale, di pura sopravvivenza. In questo senso le figure maschili sono tanto assenti quanto disperate.