"Ho scritto la maggior parte degli spettacoli che ho interpretato. Mi sono immersa anche in grandi classici, dando vita alle loro parole. La mia prima vocazione infatti è quella dell’attrice: abito il palco come gli adolescenti la loro cameretta e, insieme, i pellegrini, un santuario. Avvolta nel nero di quinte e fondali, abbagliata dalle luci, ogni volta supero la soglia dello spazio/tempo e dialogo con i grandi artisti e artiste del passato.
Certo, richiede un lavoro di spoliazione: mettersi a pelle nuda è la condizione necessaria perché la vita fluisca da loro attraverso me oltre il proscenio. Trasmettere vita è uno dei doni più grandi del Teatro e, con lo sviluppo delle intelligenze artificiali e del virtuale, sarà un’esperienza sempre più concreta e preziosissima. Questa energia me la dà la Poesia perciò anche Shakespeare col suo teatro. I suoi personaggi, maschi e femmine senza distinzione, hanno segnato molte tappe della mia evoluzione.
Potrei raccontare la mia vita, tramite loro. Sono in me: dormono, sognano, a colazione e cena, parlano, discutono, urlano, piangono, arrossiscono e…mi fanno la pelle, nel senso che me la rifanno ogni volta nuova: una rigenerazione profonda, cellulare. 'Il teatro mantiene giovani e fa belli!'"
Lucilla Giagnoni