Sono passati trenta anni e la strage di Via D’Amelio rimane una ferita ancora aperta.
2010, Agnese Pirano Leto Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una misteriosa telefonata da parte dell’ex presidente Francesco Cossiga: “Via D’Amelio è stata da colpo di stato”. Poche parole che, inevitabilmente fanno riemergere i ricordi di una vita. La figlia del Presidente del Tribunale di Palermo, la signorina “pizzi e merletti”, la principessa Taitù, come la chiamavano, che incontra un giovane pretore. La scoperta di una Palermo diversa, meno luccicante di quella cui era abituata, ma forse più bella, anche se disgraziata. La nascita dei figli, Lucia, Manfredi e Fiammetta, apice della loro vita insieme.
E quel fetore di morte che comincia a girare intorno alla famiglia. Amici e colleghi di Paolo che perdono la vita, la scorta che diventa parte della famiglia, la difficoltà di accettare questa situazione da parte dei figli. Tutto questo è La Stanza di Agnese. Più che un monologo, un dialogo incessante quello tra Agnese e Paolo, che continua tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato.