La "storia" del Teatro di Documenti inizia nel 1981 quando Luciano Damiani si lascia tentare dalla possibilità di realizzare finalmente in concreto la sua idea di teatro. "Se volevo fare un Teatro fuori degli schemi tradizionali non avevo altra scelta: avrei dovuto progettarlo e realizzarlo con le mie forze. Questa volta l'occasione era sotto casa mia, a Roma". Così Damiani decise di mettersi al lavoro, con le proprie forze, per realizzare nella zona delle grotte seicentesche del Monte Testaccio il "Teatro di Documenti". Ha inizio la realizzazione del progetto di uno spazio teatrale composito a più piani sovrapposti.
Ciò che Damiani intende realizzare è la creazione di un teatro teso a rompere e rivoluzionare i limiti imposti dalla struttura architettonica delle sale tradizionali: "Non intendo limitarmi a trattare il rapporto uomo-attore e scena, ma uomo-attore e teatro, con il criterio dell'esperienza immediata, progressiva, applicata all'architettura del teatro che sono andato elaborando nel corso degli anni, per approdare, nel Teatro di Documenti, al coinvolgimento totale della sala, del palcoscenico e anche degli spazi normalmente adibiti a camerini e depositi di attrezzeria
Nel 1987 al Teatro di Documenti viene conferito il Premio della Critica Teatrale, mentre nel 1988 nasce l'Associazione "Teatro di Documenti" fondata da Luciano Damiani, Luca Ronconi e Giuseppe Sinopoli.
Il Teatro di Documenti lascia l'attività laboratoriale per porsi come "spazio agito": uno spazio teatrale inconsueto ma, nello stesso tempo, "conosciuto", "stimolante", in cui lo spettatore può prendere posto sulla scena, il che gli consente di usufruire delle diverse sollecitazioni derivate dall'architetto"a del luogo e dall'azione teatrale che può "avvenire" in tutte le direzioni.