Il Teatro risale alla fine del XIX secolo e la sua costruzione si deve ad un gruppo di nobili fiorentini e di notabili per lo più appartenenti al ceto medio locale che costituivano la classe dirigente della comunità (tra cui Bastogi, Venturi-Ginori, Digerini-Nuti, Baldini, Bombici-Pontelli, Orlandini, Morrocchi): il 29 novembre 1889 essi dettero vita alla Società Civile Filarmonica (detta anche Società Civile del Teatro) e nel febbraio 1895 l'edificio era stato ormai completato.
Il 12 aprile 1937 il teatro passò al Comune di Calenzano ma sembra che l'edificio avesse già bisogno di lavori di restauro, ed è probabilmente proprio nella speranza che tali lavori fossero effettuati che la stessa amministrazione pubblica, nel 1941, deliberò di offrire in donazione l'edificio all'Opera Nazionale del Dopolavoro: invece, nello stesso anno, il teatro fu utilizzato per alcuni mesi come deposito per la raccolta del rame da parte di una ditta locale.
Nel 1945 la Giunta Comunale mutò la denominazione in Teatro A. Manzoni. Tuttavia, dopo una serie di lavori intrapresi per riparare ai danni bellici, cominciò un rapido degrado dell'edificio che negli anni Sessanta venne definitivamente abbandonato fino al 1988, quando, in seguito all'interessamento dell'Amministrazione Comunale in accordo con la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Firenze, l'architetto M. Chiara Pozzana ha redatto un progetto generale di restauro e recupero funzionale del Teatro.
Il 7 aprile 2002 il Teatro Manzoni ha di nuovo riaperto le sue porte al pubblico: i lavori di restauro dell'edificio necessari per restituire nuova vita agli ambienti ed alle loro decorazioni dopo anni di degrado e per adeguare alle attuali norme di sicurezza il complesso (condotti dall'architetto David Palterer su indicazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici) hanno permesso di recuperare uno dei luoghi simbolo della cultura del territorio.