Quella del Teatro Tito Schipa è una storia che affonda le proprie radici lontano nel tempo, agli albori del XX secolo e in uno spazio cittadino a lungo protagonista dei dibattiti politici.
All’incrocio tra le vie Ravenna e Cavallotti e il Corso XX Settembre, venne eretto nel 1907 un teatro provvisorio in legno denominato “Eldorado”. Su richiesta dei promotori dell’iniziativa, la concessione del suolo fu prorogata un anno oltre la sua data di scadenza, inizialmente fissata al 30 settembre 1909, con “obbligo di demolire il teatro alla scadenza del contratto”.
L’arrivo della data di demolizione e la decisione dell’allora sindaco Senape De Pace di non rinnovare la concessione una seconda volta segnarono il definitivo ingresso delle sorti del teatro nel dibattito politico, nel quale esso fu più volte giudicato alla stregua di un baraccone dedicato a incontri promiscui e al gioco d’azzardo. La parte politica avversaria, sperando nel mantenimento della struttura, fu invece promotrice di manifestazioni che contribuirono ad alimentare per anni la tensione tra i due fronti.
Per assistere all’avvio dell’edificazione di un nuovo teatro bisognerà attendere il 1913, anno a cui si fa risalire la stipula del contratto “per la concessione enfiteutica del Largo Cavallotti per costruirvi un teatro”, conseguenza della formale richiesta di Cosimo Gerardo Biasco e Silvio De Simone.
Biasco e De Simone si impegnavano allora ad adibire l’intera concessione alla costruzione di un teatro in muratura e legno a tre ordini di palchi, uno dei quali ad uno di galleria o loggione, e di un appartamento ad uso privato degli stessi concessionari.
In fase di costruzione, il Teatro prese la denominazione di “Teatro Nuovo” e avviò una propria programmazione già dal 1913: i mesi di luglio e agosto dello stesso anno videro una serie di spettacoli circensi, raccontati dal settimanale locale “Spartaco”. Nell’agosto 1913, poi, il Teatro Nuovo iniziò la prima programmazione di spettacoli cinematografici, dando spazio a proiezioni originalissime già accolte nei più grandi teatri d’Italia.
La struttura fu ultimata nel gennaio 1914, evento celebrato così dallo Spartaco: “Al borgo al posto di quella sconcezza che si chiamò Eldorado […] è sorto come d’incanto un bel teatro che fa onore a Gallipoli”.
Nel corso della sua ultra centenaria attività, numerosissimi sono stati gli spettacoli delle varie compagnie e documentati in residue locandine, che restituiscono l’immagine strutturale di un Teatro composto da una platea, due ordini di palchi, una galleria e i palchi al pianterreno.
Il 1925 segna l’intitolazione a Tito Schipa, quale omaggio per l’onda di successi che l’artista leccese conseguiva nella propria città natale. Dal dopoguerra, infine, il Teatro ha prevalentemente operato come cinema, pur conservando all’interno e all’esterno la sua struttura architettonica originaria.
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