Laboratorio di costruzione e uso di maschere della Commedia dell'Arte.
Condotto da Giorgio De Marchi, Laura Moro e Michele Modesto Casarin.
Dal 6 al 17 Luglio 2016, Porpetto (UD)
La Commedia dell’Arte, base della nostra tradizione, è la radice del teatro europeo e
contemporaneo, primo esempio di teatro come professione, è un teatro popolare e colto allo
stesso tempo.
Perché avvicinarsi al mondo della Commedia dell’Arte?
Perché attraverso le sue tecniche si possono acquisire duttilità, senso del ritmo e capacità di
improvvisazione. È senza dubbio una delle palestre migliori per un attore per affrontare ogni tipo
di genere teatrale, anche quelli apparentemente più distanti dalla Commedia.
La maschera, coprendo l’espressività del volto, costringe l’attore ad un coinvolgimento fisico
completo e ad un’amplificazione della gestualità basata sulla massima autenticità e verità del
corpo. Un corpo pensante, che si muove in perfetto accordo tra spontaneità e conoscenza, tra
istinto e coscienza; dando vita ad un “animale pensante” in cui ritrovare la propria unità fisico –
intellettuale, al di là di abitudini motorie e compositive.
A partire dal riscaldamento, basato sull’improvvisazione, si entra in contatto con il proprio senso
cinetico, il senso del movimento o proprio - percezione (come lo definisce lo scrittore Oliver
Sacks). Esso viene indagato attraverso le facoltà sensoriali (tatto, udito, vista, olfatto e gusto)
applicate al movimento.
Dal movimento si passa poi al “lavoro con il suono”: la voce come metafora del “lavoro con il
corpo” e viceversa. Sono i movimenti della nostra laringe e diaframma, l’articolazione di bocca e
lingua a trasformare il nostro respiro, quando lo espelliamo, in suono vocale. Prima ancora, il
respiro stesso è movimento dei polmoni. Il movimento è alla base di tutte le produzioni sonore,
siano essi suoni o rumori. Estrapolata dal contesto del linguaggio e del canto, la voce diviene
“danzante” e si libera delle restrizioni imposte dalla logica.
L’analisi del movimento e l’improvvisazione sono le due direttrici lungo le quali si articola il
workshop, che parte dalla scoperta della maschera prima come oggetto e poi, passando per il
corpo, come strumento espressivo: studia il suo movimento nello spazio, affronta il gioco teatrale
come fonte della follia dell’attore, indaga le urgenze ed i motori dell’azione e ne studia i lazzi.
Saranno affrontati i movimenti, la stilizzazione e il complesso mondo delle maschere all’interno di
scene di canovacci. Verranno creati parallelismi tra storie e personaggi della Commedia dell'Arte e
storie e personaggi del Teatro, per rafforzare attraverso la tecnica dei comici dell’arte la forza
espressiva dei performer dello spettacolo. Ogni personaggio con maschera ha un suo percorso ben
preciso nella ricerca di un corpo, di una voce e di gesti extra-quotidiani. Finalità fondamentali di
questo workshop saranno quelle di acquisire gli strumenti indispensabili per poter “tracciare” quei
codici di espressione essenziali su cui costruire le improvvisazioni che verranno vissute dai nostri
personaggi.
Le maschere realizzate rimarranno ai partecipanti.
Il laboratorio sarà articolato in due fasi:
1. costruzione della maschera in cuoio (30 ore)
2. lavoro sul corpo e con la maschera (42 ore)
PROGRAMMA
fase 1.
• Il cuoio come seconda pelle, costruzione della maschera su calco di legno
• Tecniche di lavorazione della maschera, battitura e lisciatura
• La luce del cuoio, gli occhi per il corpo, rifinitura e uso del colore
• Tecnica di colorazione, ossidi e cere colorate.
fase 2.
• Lavoro su proprio-percezione e consapevolezza corporea
• I cinque sensi applicati al movimento
• Trovare nuove “tessiture” e qualità di movimento
• Lavorare con diversità di peso e forza, di resistenze muscolari
• Relazione con elementi fisici esterni quali la luce, il suono e lo spazio scenico
• Trovare e sviluppare un tema cinetico a partire da uno vocale
• Esercizi ritmici
• Tecniche base di recitazione in maschera
• “Lettura” della maschera (Riconoscere i punti focali)
• Lavoro su spazio, ritmica spaziale e movimenti di entrata e uscita in scena
• Creazione e sviluppo del proprio personaggio
• Improvvisazioni in maschera
• Strutturazione delle improvvisazioni: verso la costruzione di un canovaccio.
GIORGIO DE MARCHI
Si dedica alle maschere di teatro: ne compone le parti, che possono ridursi alla sola zona degli
occhi e del naso, o alla bocca e al mento, per rendere più efficace la parola coordinandola con un
determinato muoversi del viso o ancora una fissità emblematica sospesa su labbra dischiuse, viene
a rendere l'inquietudine di una situazione di mistero. Studia il carattere del personaggio e ne esalta
la forza espressiva con la riduzione e la sovrapposizione dei tratti somatici. La maschera riappare
così nel suo significato antico, addizionato di moderne concezioni psicologiche che possono
conferire al teatro una peculiare novità di risultati.
LAURA MORO
Il percorso di Laura Moro si evolve a partire dall’estrema codificazione del balletto classico, alla
danza contemporanea per giungere ad un teatro fisico d’azioni, dove la ricerca cinetica diventa
indagine sull’essere umano. Ha danzato presso varie compagnie tra cui: Pretty Ugly Dance Co.;
Pilottanzt e Chris Haring; Ten Pen chii; No Apology & P.S.Norton, Leine & Roebana e Piet Rogie. E’
stata coreografa ospite insieme a Paul Selwyn Norton presso Bat-Sheva D.C., con il progetto “The
Rogue Tool”. Ha insegnato presso: l’Università di Vienna, Bat-Sheva D.C., Dans Groep Kriztina De
Chatel e Theater School ad Amsterdam, dove le sue metodologie in divenire “The visual voice”e
“I.C.P. Il Corpopensante” sono state materie in corso all’interno del programma del dipartimento
SNDO. Hanno sostenuto le sue produzioni come coreografa indipendente: Korzo Theater,
Danswerkplaats e Dansateliers ad Amsterdam e Rotterdam, i teatri Frascati, Melkweg e
Muiderpoort, ad Amsterdam. Fonda insieme a Matteo Cusinato – compositore, l’associazione
culturale ART(H)EMIGRA SATELLITE, collettivo artistico. Laura Moro è ad oggi docente di ricerca
coreografica presso l'Accademia Teatrale Veneta e collabora nel 2014 e ‘15 in qualità di assistente
al direttore Biennale Danza, Virgilio Sieni.
MICHELE MODESTO CASARIN
Regista, attore e docente di Commedia dell’Arte. Professionista dal 1991, ha collaborato con i
maggiori esponenti della Commedia dell’Arte. Nel ’95 è socio fondatore della compagnia teatrale
Pantakin, di cui è anche Direttore artistico del settore Prosa. Dirige con successo numerosi
spettacoli: Il Corvo, favola in maschera, riceve il premio Agis “Leoncino d’oro” come migliore
spettacolo al 38. Festival Internazionale di Teatro de La Biennale di Venezia e Villan People, la solita
mala storia, gli vale nel 2014 il Premio Fersen per la Regia. È inoltre docente di Commedia dell’Arte
e tra i fondatori dell’Accademia Teatrale Veneta. Conduce laboratori e spettacoli in Italia e in diversi
Stati del mondo.
CALENDARIO
Dal 6 al 10 Luglio:
10.00 – 13.00 costruzione maschera
14.30 – 17.30 costruzione maschera
11 luglio:
giorno libero
12 luglio:
10.00 – 13.00 lavoro sul corpo
14.00 – 18.00 lavoro sul corpo
dal 13 al 16 luglio:
10.00 – 13.00 lavoro sul corpo
14.00 – 18.00 lavoro con la maschera
17 luglio:
10.00 – 13.00 lavoro con la maschera
14.00 – 18.00 lavoro con la maschera
Durante il laboratorio il pranzo sarà offerto dalla compagnia BRAT.
LUOGO
Il laboratorio si terrà presso la sede della compagnia BRAT in via pampaluna 66, Porpetto (Udine).
INFO
I partecipanti che hanno bisogno di alloggio potranno usufruire della foresteria (composta da
cucina, bagno e camerata) che si trova nella stessa sede del corso.
Per il laboratorio è prevista una selezione su curriculum.
Per maggiori informazioni scrivere a brat.teatro@gmail.com