Musica

Incontro con Francesco Marziani, premio Jimmy Woode 2008

Incontro con  Francesco Marziani, premio Jimmy Woode 2008

Il 28enne napoletano, Francesco Marziani, vincitore come Miglior Pianista jazz del Premio Internazionale Jimmy Woode Award 2008, tenutosi a Soriano nel Cimino all’interno del Tuscia in Jazz Festival, racconta l’esperienza vissuta e l’emozione provata. Jimmy Woode Award 2008. Raccontaci questa esperienza. “Questo premio è particolarmente impegnativo per il fatto che si svolge in 3 fasi di cui la prima consiste nell’ascolto di una registrazione da parte della giuria che ammette 14 gruppi in semifinale; la seconda fase è ad eliminazione diretta, e già lì il nostro gruppo è passato in finale a pieni voti in un turno difficile peraltro, e la giuria mi ha assegnato 5 preferenze come miglior pianista; la finale vera e propria vedeva esibirsi tutti i gruppi finalisti, e vi assicuro che c’era molta competizione e molta emozione in tutti i partecipanti, una finale di altissimo livello quest’anno, anche se ci ho creduto fin dall’inizio, vedevo la giuria sempre entusiasta, e alla fine ce l’ho fatta”. Quando hai capito che avevi probabilità di vincere il premio? “Già in semifinale sono stato l’unico ad essere portato a pieni voti come miglior pianista, e allora ho cominciato a sperare in questo premio, poi quando in finale la giuria di musicisti americani mi ha applaudito prima che finisse il mio assolo, ci ho sperato ancora di più”. Altra vittoria che ti porti a casa, con quale spirito? “Essere premiati da Kenny Barron, uno dei miei idoli, è stata una cosa indescrivibile. So che adesso tutti quelli che non hanno vinto mi ascoltano e pretendono di ascoltare qualcosa di buono. Altra vittoria altre responsabilità: continuerò ad impegnarmi più di prima e spero di ripagare la fiducia della giuria”. La vittoria di questo premio ha cambiato qualcosa nella tua vita lavorativa? Sì, adesso dovrò spolverare un premio in più ogni mattina! A parte gli scherzi, ho avuto l’opportunità di conoscere musicisti eccezionali e sono nate delle collaborazioni, ma la vita lavorativa credo che si costruisca lentamente con lo studio, la precisione, la serietà e l’affidabilità. I premi contribuiscono ma non sono l’unica cosa”. A quale altro premio ti piacerebbe concorrere? E perché? “Mi piacerebbe concorrere a tutti i premi in cui il livello è alto e la competizione è dura perché mi piace mettermi in discussione e trarre stimoli per studiare e per crescere sia nella vittoria che nella sconfitta: ambedue sono estremamente formative”.