"Ma Vie Je T’Aime" è il brano che segna l'esordio ufficiale di Cosimo Picaro nel mondo della musica. Tra emozioni e consapevolezza, il talentuoso e raffinato artista milanese ci racconta idee e aspettative che si nascondono dietro il singolo che anticipa l'uscita del suo primo album. E poi c'è Giovanni Nuti, straordinario Maestro con il quale Cosimo ha avuto al fortuna di collaborare, per cominciare "un percorso di crescita personale e professionale".
"Ma Vie Je T'Aime" è una canzone che parla di un uomo “schiavo d’amore” e del suo rapporto con una donna bella e crudele. Come è nato questo pezzo e perché lo hai scelto come tuo biglietto da visita?
Questo pezzo nasce innanzitutto perché sono stato affascinato dalla bellezza del testo, a mio parere, molto significativo e anche vicino al mio sentire. Mi piace moltissimo quella definizione che Mario Castelnuovo dà dell’uomo che ama alla follia, e che diventa "schiavo d'amore" perché ama e vive d’amore. E per l’amore della sua donna è disposto anche a sacrificare se stesso. Per me essere schiavi d’amore è la più grande prova d'amore. E credo che tutti, nel proprio intimo e nella propria esperienza, almeno una volta nella vita siano diventati “schiavi d’amore”. Spesso non riusciamo pienamente a donarci alla persona amata, tanto da divenirne schiavi perché siamo frenati da false credenze che arrivano dall’educazione. Ma essere schiavi d’amore è la più grande e bella rinuncia di una parte di sé, per affidarci con fiducia a chi amiamo. Perché solo quella persona è in grado di comprenderci e dominarci, come domina se stessa. Una prova di vero amore.
La scelta di cantare parte del brano in lingua francese ha una spiegazione ben precisa oppure è solo uno sfizio personale?
Non ho scelto la lingua: non ho fatto altro che riproporre il testo di Mario Castelnuovo, che prevede nel ritornello il francese. E credo che la cosa sia stata proprio geniale, perché il francese è una lingua molto sensuale e risponde bene ai testi che parlano di passione. Ma per sapere se Mario ha usato il francese per questo motivo, bisognerebbe sentire anche il suo parere.
Anche il video è molto particolare e ricco di immagini suggestive: come è nata l’idea di girarlo in un palazzo antico, tra arte e seduzione?
L'idea di girare il video nasce grazie alla gentile concessione e disponibilità della pittrice Alessandra Arzelà, proprietaria della casa straordinaria in cui sono ambientate le scene. Un luogo perfetto per un testo stupendo. Credo che le cose non arrivino mai a caso: e così nel mio percorso di vita, grazie a Giovanni Nuti, amico di Alessandra da molto tempo, ho potuto conoscerla e vedere la sua meravigliosa casa. In questo modo è nata l’idea di girare il video da lei.
Come definiresti la tua musica? E il tuo modo di cantare?
Amo la mia musica, amo il mio modo di cantare. Non è facile trovare un proprio stile, un proprio modo di cantare, di esprimersi e di comunicare emozioni, ma grazie al mio produttore, Giovanni Nuti, ci sono riuscito alla grande. E' straordinario,da lui non potevo che assimilare vera arte. E posso dirti che il mio stile ora mi piace molto ma sostengo anche che nessuno possa dare una definizione del proprio stile. Così io non definisco la mia musica: è la mia e basta. E quello che mi importa è che dia emozioni ed esprima emozioni.
Suoni diversi strumenti e hai studiato canto ad altissimi livelli: quanto contano tecnica e gavetta nel tuo lavoro? Quanto, invece, cuore e passione?
Ho studiato e mi sono applicato molto, sia nella chitarra che in altri strumenti, così come nell’uso della voce. E sono sicuro che ogni momento della mia preparazione sia stato importante: conta tutto nel proprio percorso, ogni minima cosa. Però, quello che io ritengo essenziale, è che in qualsiasi cosa si faccia, si metta cuore e passione. Lì è il segreto per riuscire bene nelle cose della vita.
Chi ti ha trasmesso l’amore per il canto e le sette note? Cosa ha fatto scattare la scintilla?
Nutro un amore innato per le sette note. Non ricordo un inizio vero e proprio: è come se la musica fosse nata con me. Ma la scintilla vera e propria è scattata con l'incontro di Giovanni, che è per me esempio, maestro, consigliere, e anche ispiratore. Ora, quello che posso affermare con certezza, è che questo amore non finirà mai: chissà quanta musica ascolterò, suonerò e canterò ancora. Non ne posso fare a meno, quanto il cibo che mangio ogni giorno.
A breve uscirà il tuo primo album di inediti: qualche anticipazione?
Qualche anticipazione la posso dare, certo! Sarà un album composto da una o due cover di grandi cantautori italiani e da brani inediti su musiche di Giovanni Nuti e testi di Paolo Recalcati. Il genere dei brani è lo stesso di "Ma Vie": sono ritmiche tecno-house con accompagnamento d’archi. Secondo me questo tipo di arrangiamento rende lo stile pop molto molto originale. A me piace moltissimo.
Come è nata la collaborazione con Giovanni Nuti? Quali preziosi consigli ti ha dato?
Ho conosciuto Giovanni tramite Facebook. Ho cominciato ad apprezzare il suo repertorio e soprattutto la sua collaborazione con Alda Merini e, di conseguenza, ad assistere ai suoi concerti. Queste sono state le vere occasioni della conoscenza con lui. Ma la collaborazione con un grande artista come Giovanni Nuti non è stata immediata, e neanche facile, visti i tanti progetti che porta avanti e i suoi mille impegni. Il percorso è stato per me, grazie a lui, di continua crescita. E non solo musicale, perché anche umanamente mi ha dato tanto. Mi ha insegnato una cosa importantissima nella vita e nel lavoro: godere dei sogni, vivere per i sogni, con la certezza che, prima o poi, si realizzeranno. E solo così si possono realizzare. Insomma, un maestro nel lavoro e nella vita. Quello che si vede e si ascolta ora, è frutto di quattro anni di duro lavoro.
Oltre all’uscita del disco, sono previsti live?
Per il momento è previsto il lungo lavoro di completamento dell'album. Se arriveranno possibilità e occasioni di esibirmi live, non mancherò di avvisare tutti. E mi auguro che sia molto presto!
Quale musica ascolti per trovare ispirazione o, semplicemente, per rilassarti e caricarti?
Ascolto me stesso e Giovanni Nuti, naturalmente! (ride, ndr). Al di là delle battute, non ho generi o artisti preferiti. Mi piace la bella musica di ogni tipo e di ogni epoca. Insomma, ascolto di tutto!
Artisti italiani e/o stranieri che stimi e con i quali vorresti collaborare?
Collaborerei con tutti. Perché la musica è anche unione. Vorrei avere mille vite per collaborare e cantare con tutti i veri artisti del mondo. Ma so che è un’utopia.
L’ultimo concerto visto? E l’ultimo album acquistato?
L'ultimo concerto visto è stato lo spettacolo in musica “Mentre rubavo la vita” di Giovanni Nuti e Monica Guerritore. Un grande esempio di musica raffinata e di come si tiene, in modo eccelso, la scena.
Pensi che il web possa aiutare i giovani artisti a farsi conoscere, oppure internet, come molti big sostengono, uccide la musica?
Sì. Penso che tutto possa essere d’aiuto per un giovane artista, web compreso. Ma la cosa a cui credo in modo essenziale è il caso, il destino, la fortuna. Quello che, ad esempio, mi ha portato a incontrare e conoscere Giovanni. Tutti questi fattori sono fondamentali. E un artista, giovane o affermato che sia, se è scritto nel libro del destino che è il momento giusto, non c'è nulla che possa fermarlo.
Aspettative e/o sogni per il tuo futuro di artista?
Sarò fortunato, ma ogni giorno realizzo un sogno, ogni giorno una mia aspettativa si avvera. Questo video è uno dei grandi sogni avverati. Forse questo capita perché la mia filosofia di vita è quella di vivere il presente al massimo? E, come scrive Battiato in una sua canzone: “Se vuoi sapere come sarai domani, osserva i tuoi pensieri di oggi”. E io sono molto ottimista, allora credo che il futuro non potrà che essere bello! Vivo al massimo, con la fiducia che il mio futuro di artista sarà la realizzazione dei miei sogni. Come è stato finora.