I Moseek, una delle band più promettenti dell’ attuale panorama musicale italiano, si sono formati nel 2010 unendo i talenti di Elisa Pucci (testi, voce e chitarra), Fabio Brignone (basso e cori) e Davide Malvi ( batteria e sequencer). Dopo l’EP Tableu ed il primo album Yes week-end, entrambi autoprodotti, si sono fatti le ossa in tour sia in Italia sia all’ estero. Da qualche settimana hanno dato alle stampe Leaf , ulteriore capitolo di una discografia che, seppur ancora in formazione, dimostra una già ben precisa tendenza musicale electro-rock in grado di affermarsi con successo a livello internazionale. E’ con Fabio ed Elisa che parliamo dei Moseek: di come sono nati , di quel che sono e di quel che verrà.
Quando e come è nata l’idea di formare i Moseek ?
Fabio:
Elisa scrive canzoni da quando è adolescente. Poi, dopo aver provato diversi musicisti, nel 2008 ha conosciuto Davide,. È successo che il papà di Davide - io e Davide ci conosciamo da anni, abitiamo a due passi l'uno dall' altro - suggerì il mio nome nel periodo in cui stavano cercando un bassista,. E così a luglio del 2010 il progetto ha preso il via ufficialmente. Diciamo che io ho chiuso il cerchio.
E quali sono state le tappe più importanti del gruppo prima dell’ uscita di Leaf ?
Dal 2010 a oggi ogni concerto che abbiamo fatto, sia qui che in Inghilterra, ci ha insegnato qualcosa di importante. Senz'altro una tappa fondamentale per noi, nonché banco di prova, è stata la realizzazione del primo album autoprodotto (Yes,Week-End) perché abbiamo lavorato su tutti gli aspetti del disco: dalla pre-produzione, alla promozione, ai concerti del tour. E poi il mini-tour in Inghilterra: viaggio in furgone, bei palchi su cui abbiamo suonato e artisti grandissimi da cui abbiamo imparato tanto.
Ascoltando Leaf quel che mi ha colpito sono le differenti musicalità delle singole tracce, che non si limitano ad essere undici canzoni dallo stesso suono come purtroppo spesso succede negli album d’esordio. Quanto hanno influito i vostri gusti musicali personali nel differenziare il sound delle singole canzoni ?
Quello che ascoltiamo influenza senz'altro quello che suoniamo, il sound è dato non solo dagli ascolti ma anche da quanto conosci il tuo strumento. L'elettronica è la musica del futuro, o meglio, la strumentazione del futuro. Studiare ed entrare in questo mondo infinito risulta fondamentale ormai. Quello che rende poi differente una canzone dall'altra è la canzone stessa, ovvero ciò che intendi comunicare, il brano primordiale, scarno, l'idea. Tutto questo per dire che sì, le influenze e la conoscenza del proprio strumento sono importanti ma resta il fatto che al primo posto per noi c'è l'approccio spontaneo e immediato alla canzone.
E ci sono gruppi o artisti ai quali tenete in modo particolare e che considerate come dei “punti di riferimento” per creare invece lavori totalmente vostri ?
Forse sono maggiormente i progetti dell'underground, gli sconosciuti a "regalarci " idee per poi renderle nostre. Ciò non toglie che consideriamo nostri maestri grandi come NIN, Muse, Bjork, Massive Attack, Alt j, Florence & the Machine.
Alcune vostre canzoni sembrano delle contraddizioni in musica: da una parte motivi e temi musicali accattivanti e “danzerecci” - penso a Numbers o How To Believe - dall’ altra testi che semplici e “vuoti” non sono...
Elisa:
Sì, è un po' l'approccio generale alla composizione delle canzoni, una dualità costante tra sarcasmo e denigrazione insieme a motivetti "felici". Queste contraddizioni in musica rappresentano un po' la mia personalità e il modo in cui affronto le cose, come ad andare a stemperare la "gravità" delle vicende che racconto, un modo per mandare giù il boccone amaro con il sorriso.
Avete condiviso il palco con artisti e gruppi italiani quali Giuliano Palma, I Ministri, Bud Spencer Blues Explosion e Tre Allegri Ragazzi Morti fra i molti altri. Cosa vi siete “portati a casa” da queste esperienze ?
Abbiamo visto da dietro le quinte come artisti che stanno molto più avanti di noi affrontano il palco, il pubblico, la preparazione al concerto, come fanno il soundcheck. Una scuola molto importante, che ti fa capire come fare tanti concerti forgi la persona, l'artista, la band. La passione di chi fa il lavoro che ha sempre sognato è il mezzo per affrontare le difficoltà: pubblico poco attento, location poco adatte, organizzatori indegni. Ci hanno trasmesso un messaggio importante ovvero, la professionalità mista a costanza ti rende credibile e degno di considerazione. Se ci sono questi presupposti la gente ti riconosce come "musicista".
Nell'era di Youtube, dei social network e della fama che per essere effettivamente (e apparentemente) tale deve per forza passare da format musicali vari come vi trovate ?
Con tutti i portali-format-social etc etc. non si sa a chi dare i resti. Le possibilità sono infinite, ma si tratta anche di milioni di pesci in un mare immenso, e pesci talvolta inutili. Spesso i numeri indicati sui network non corrispondono alla realtà, oggi si può falsare qualsiasi cosa, dalle visualizzazioni di Youtube ai followers di Twitter, ai like di Facebook, ci sono progetti nati da un mese che non hanno mai avuto esibizioni live e che hanno 6000 like, credi sia una cosa possibile? Il vero "indice di gradimento" lo fanno le persone che si muovono da casa e ti vengono a vedere al concerto.
Avete un trascorso live italiano ed estero – pre-pubblicazione di Leaf - di tutto rispetto. Oltre alle canzoni che avrebbero costituito l’ album, era presente in scaletta anche qualche cover o brano che poi su Leaf non è finito ?
Autonomamente, ci siamo mossi molto dal 2010 ad oggi, c'è stata una piccola parentesi di stop nel 2013 in cui abbiamo fatto pochi concerti per riprendere con l'uscita del disco e con il nuovo show. "Come Together" fa parte di "Yes,Week-End", è la prima cover che abbiamo arrangiato e che abbiamo avuto l'onore di suonare anche al tributo per Lennon in Piazza Duomo a Milano, organizzato da Red Ronnie. Per un po' di tempo abbiamo inserito in scaletta anche "I Was Made For Lovin' You" dei Kiss, e "My Iron Lung" dei Radiohead, "Teardrop" dei Massive Attack e un bel po' di tempo fa "Motorhead" dei "Motorhead".
Premesso che nel vostro album la musica e le canzoni parlano da sé, ma se doveste descrivere e convincere qualcuno ad ascoltare Leaf, con che parole lo fareste ?
Prima di tutto diciamo che farsi propaganda è sempre difficile ... noi vogliamo essere sinceri: invitiamo le persone a venire ai nostri concerti, perché molto più del disco consideriamo il nostro live oggi il fiore all'occhiello dei Moseek e pensiamo che chi ci vede in concerto possa apprezzare maggiormente l'album. Come dire: siamo meglio live e, se vi piacciamo dal vivo, prendete anche il nostro disco, è un po' diverso da quello che avete ascoltato sul palco ma siamo sempre noi! Quindi per la proprietà transitiva, ascoltate l'album!