In meno di un mese, un doppio CD con straordinarie canzoni di Luigi Tenco tratte da registrazioni inedite è entrato nella classifica ufficiale, stilata dalla Nielsen, sui dischi più venduti in Italia. Si trova al settimo posto tra gli album realizzati da produttori musicali indipendenti italiani. I due CD includono molte canzoni di Tenco mai pubblicate, come Padroni della Terra ma anche traduzioni di altri autori. Altri pezzi scritti dal rimpianto cantautore piemontese e mai incisi sono stati affidati a interpreti d’eccellenza, da Massimo Ranieri a Stefano Bollani e Morgan. In particolare, un intero CD contiene brani eseguiti da vari artisti che si sono esibiti alla Rassegna sanremese di canzoni d’autore dedicata a Tenco nel corso degli anni. Qui troviamo Vinicio Capossela, Roberto Vecchioni, Simone Cristicchi, Ardecore, Shel Shapiro, Alice, Alessandro Haber, Skiantos, Têtes de Bois, Giorgio Conte, Elena Ledda, Giovanni Block, Gerardo Balestrieri, Ricky Gianco, Ada Montellanico, Paolo Simoni, Eugenio Finardi. Ci sono pure momenti in cui Tenco suona il sax contralto e si fa intervistare. I Dischi del Club Tenco, collana ideata e voluta da Ala Bianca, raccoglie incisioni inedite e di altissimo valore, dischi unici per la scelta di canzoni d’autore. Questo doppio CD anticipa il cofanetto con l’intera produzione del cantautore a cui il Club Tenco e Ala Bianca stanno lavorando. Ci ha parlato l’uomo che da anni si dedica con passione a tutti questi progetti: Enrico De Angelis.
Come è stato possibile, dopo tanti anni, ritrovare degli inediti?
Con lunghissime ricerche negli archivi.
In quanti ci avete lavorato?
Ho fatto tutto da solo, è da anni che c’è in ballo ‘sto progetto e sono andato a cercare nell’archivio di casa Tenco: la famiglia ha collaborato, mi ha lasciato guardare nei cassetti, proprio. Poi sono andato alla RCA, alla Ricordi, le due etichette discografiche principali di Tenco e ho cercato nei loro archivi. E poi negli archivi della Rai, queste sono le mie fonti. Anche alla Siae.
Anche alla Siae? Quelli dei diritti d’autore?
Sì. Nell’elenco delle canzoni depositate, che risultano come firmate da Tenco, loro depositano i titoli ma anche testi e musiche. Ma questi non sempre si trovano, eppure anche quello che non esce, pur di essere tutelato, lo si deposita. Da qui il ritrovamento di inediti. C’era un titolo che non avevo mai trovato da nessuna parte, Se tieni una stella, titolo per me sconosciuto. Solamente il titolo. Le ricerche incrociate, invece, mi hanno fatto trovare un testo, intitolato ‘Se tieni una stella’. Ho preso la musica depositata alla Siae, il testo di casa e ho ricostruito la canzone, facendola cantare da Massimo Ranieri. Non esisteva con la voce di Tenco e Ranieri l’ha fatta benissimo. Ecco un esempio di ricerca incrociata con risultati.
Perbacco, che lavoro! Chi te l’ha fatta fare?
Sono appassionato alla canzone d’autore e di Tenco. E sono maniacale, osservo che tutto sia originale. Ho pure scritto più di un libro, come Luigi Tenco, io sono uno, dove ho raccolto tutta la sua opera. Ora si tratta di farla ascoltare. L’album nostro è doppio, 2 CD e uno ha ancora la voce di Tenco: sono provini per la Ricordi o per la RCA, o versioni già finite con l’orchestra e l’arrangiamento ma mai pubblicate nei dischi. Ci sono delle canzoni registrate in lingue straniere; per dire, Un giorno dopo l’altro lui l’ha registrata in inglese e in francese e io gliele ho pubblicate, sono perfette e non sono mai state pubblicate. Ognuno è libero è in spagnolo e pure quel brano non s’era mai sentito.
Ci sono altri casi?
Sì, ce ne sono: canzoni già note e uscite in dischi ma completamente diverse per l’arrangiamento. Come alcune, molto melodiche, intimiste, che ho trovato molto swing. Talvolta pure i testi sono diversi ma, certo, se l’arrangiamento è del tutto differente, cambia tutto. In altri casi ancora, cambiano testi o musiche, come il pezzo con cui si apre il disco: c’è una canzone importantissima del ’900, Il disertore di Boris Vian, che fu un brano molto importante, antimilitarista, che andò fino in America e fu eseguito da molti artisti italiani, ma Tenco fu il primo ad averla scoperto, tradotto e registrato. Tra l’altro, questa traduzione non fu mai usata e nessuno l’ha mai conosciuta. Lui l’ha intitolata Padroni della Terra e la traduzione è fedele. Era stato il primo a farla e a registrarla! Solo che la sua casa discografica, nel ’66, non l’ha mai pubblicata.
E l’avete ritrovato? Com’è?
Noi abbiamo tenuto tutto il provino così com’è: si sente lui che parla col tecnico prima e dopo la registrazione, in cui si capisce come volesse provare cose nuove e sperimentare. Non tutto è stato conservato per davvero: questa registrazione, la RCA l’aveva persa. Io l’ho ritrovata perché il fratello di Tenco ne aveva una cassetta! Infatti il suono non è perfetto, che vuoi.
E’ come andare a una caccia al tesoro!
Alla Rai ho trovato pezzi registrati dal vivo, ma lui aveva registrato molte altre cose alla Rai: canzoni che nessuno conosce perché queste… Alla Rai, nel ’63, lui era stato protagonista di un programma, ‘La Comare’, in cui cantava ogni volta una canzone inedita, diversa dal suo normale standard: erano canzoni satiriche. Alcune furono registrate e sono uscite in un disco postumo, altre sono scomparse. Ma le sue apparizioni, in questo programma, non le abbiamo più poiché la Rai, allora, con poca lungimiranza, non conservava tutto. Un’altra, la registrazione a Sanremo di ‘Ciao amore ciao’, anzi, la ripresa televisiva di tutta la puntata… tutto il festival del ’67 non c’è più! Esiste la voce ma di visivo nulla: tutto cancellato. Si è spesso detto che abbiano eliminato apposta quel festival perché il fatto che Tenco si fosse ammazzato lì lo rendeva inammissibile. Il suicidio non era tollerabile, era troppo scandaloso. Tenco fu ancora oggetto di un boicottaggio, le sue canzoni non si sentirono più per molto tempo né in radio né in tv. Crediamo che desse tanto fastidio da far cancellare tutto intero il Festival di Sanremo del ’67.
Perché questo doppio CD è così unico?
Tutte le interpretazioni fatte dal vivo alla Rassegna della Canzone d’Autore, più conosciuta come Premio Tenco, a Sanremo, da un po’ di tempo si tiene a novembre. Nel corso di queste nostre rassegne spesso sono state cantate canzoni di Tenco e ora le abbiamo scelte per questo disco. Sono tutti artisti che non hanno nel loro abituale repertorio le sue canzoni, ma sono state interpretate apposta per partecipare e non c’è nessun disco in cui cantano queste canzoni: ecco perché sono inedite. La scelta poi è caduta sulla selezione dei personaggi, sulle voci e abbiamo tenuto a mettere in particolare alcune canzoni per documentare un aspetto particolare di Tenco, come La Ballata della Moda, I giornali femminili, Vita sociale, canzoni un po’ diverse ma ci tenevamo a documentare questo aspetto. Alcuni artisti le conoscevano ma altri, più giovani, non le avevano neppure mai sentite. Ci si mette d’accordo, come abbiamo fatto nel 2007, quando abbiamo dedicato la Rassegna proprio ai brani scritti da Tenco, eppure non è sempre così. Comunque, le ho fatte sentire e loro le hanno studiate.
Insomma, anche oggi Tenco si fa conoscere poco per volta, vero?
Tutte le volte che propongo a dei giovani artisti un suo brano lo adorano, poi lo tengono spesso in repertorio. Sono anche molto moderne, spesso, non solo intimiste e certi temi sono ancora attuali, purtroppo, come quelle che trattano argomenti critici, ancora attualissimi, tipo Vita sociale, con la corruzione nella vita pubblica e tante cose, il ruolo della donna nella società. Pezzi attualissimi, il tema del consumismo nella Ballata della Moda. Considera che furono scritte nel ‘63 e, dopo quasi 45 anni, sono attualissime. Ecco perché i giovani se ne appropriano. Tutto questo è fatto per passione, tutto quello che fa Progetto Tenco, come la collana del disco, edita da Ala Bianca nella collana I Dischi del Club Tenco si fa per pura passione: non siamo retribuiti e io pure lavoro con grande entusiasmo e piacere.
Enrico De Angelis, ma tu chi sei?
Sono un giornalista in pensione e occupo il mio tempo. Per quanto mi fossi licenziato dal mio giornale, col quale non andavo più d’accordo, ora lavoro più di prima nel settore della musica, ma senza guadagnarci niente. Proprio stamattina mi è arrivato in mano un mio libro, personale, dove ho raccolto degli articoli scritti in una quarantina d’anni, da quando ho cominciato a fare il giornalista. Si chiama Musica sulla carta: 40 anni di giornalismo intorno alla canzone, edito da Zona e ci sono quasi tutti i miei articoli pubblicati.
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