Teatro contemporaneo: contemporaneo il tema, il linguaggio, il ritmo, il luogo, il tempo. “Città dei diari”è un dramma in tre parti che si consuma in una stazione intermodale dove alcune umanità si incontrano, distrattamente, superficialmente, crudelmente, inconsapevolmente, e dove intrecciano le loro vite per caso e per caos.
Un testo scritto a quattro mani con un ritmo intermittente che ricorda più il flusso di coscienza che la narrazione: la storia si rivela attraverso lo scorrere dei pensieri più che attraverso un racconto. La scrittura psicologica dà vita e forma a continui dialoghi tra l’immaginario surreale e la nuda quotidianità e traccia lentamente la trama del dramma. Le parole si susseguono sciolte, tra la banalità della vita di ogni giorno e lo scorrere dei minuti che ci separano dalla morte di altri e dalla nostra. I dialoghi dei personaggi colmano il vuoto tra un attimo di nulla e l’altro e riempiono i silenzi di banalità dalle quali spunta e fa capolino la tragedia umana.
Originale la storia ed interessanti i protagonisti, tutti sfumati e sfaccettati nella complessità e nell’instabilità che è il ritratto del nostro tempo. “Città dei diari” riflette come uno specchio il caos che determina i destini degli oggetti e delle persone e che si pone come vero protagonista di questo testo. E’ un caos senza speranza in un mondo senza dio, dove regna il dolore e comanda l’incertezza e dove la solitudine dell’individuo è l’unica cifra comune dell’umanità. Ma gli autori di “Città dei diari” sanno bene che l’ironia è la vera padrona delle nostre vite e la sposano con la morte in un sorriso bizzarro. Un dramma contemporaneo, un bell’esempio di scrittura creativa a quattro mani, un’opera capace di fondere realismo ed invenzione, ironia e tragedia in un gustoso pezzo di teatro.
Città dei diari
Ana Vitorino, Carlos Costa, Catarina Martins, Pedro Carreira (Visòes Uteis)
Quasi edizioni 2006 pagg.73