Come si facevano ritrarre le nostre grandi attrici, nei decenni a cavallo tra '800 e '900? Con quale spirito, con quali tecniche, con quali fini? Ce lo spiega il libro “Il teatro in fotografia” di Marianna Zannoni
Eleonora Duse, Irma Grammatica, Lyda Borrelli... Come si “raccontavano” attraverso la fotografia le dive della Belle Époque? Ce lo spiega ne Il teatro in fotografia - libro testé stampato dall'editore Titivillus - Marianna Zannoni, ricercatrice che collabora con l'Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini, e con l'Università Ca' Foscari di Venezia.
Il rapporto tra pubblico e interprete
Il sottotitolo recita ”L'immagine della prima attrice italiana fra Otto e Novecento”, e spiega già l'assunto di base del volume. Cioè raccontare l'evoluzione del modo di rappresentare la figura dell'artista di teatro, e le dirette conseguenze nel rapporto col pubblico, attraverso l'innovativo medium della fotografia. Supporto ideale sia per la comunicazione giornalistica, sia come strumento pubblicitario; e che nella seconda metà del'800 aveva raggiunto qualità tecniche ed artistiche consolidate, offrendo ormai un agevole approccio tecnico. ”E' un prodigio. Il fotografo in un tempo brevissimo mi ha riprodotta in tante e bellissime pose nei mie diversi costumi. Il tempo più lungo lo impiegai a cambiarmi di abiti” commenta infatti Tina di Lorenzo – una delle dive più raffigurate del suo tempo - a proposito di una seduta di posa.
Eleonora Duse
Un testo articolato ed esauriente
Nelle sue 245 pagine il libro alterna capitoli dedicati al ritratto fotografico come genere a sé, ai personalità del settore come Carlo Brogi (autore del fortunato manuale Il ritratto in fotografia del 1895), alle imprese specializzate come gli studi Sciutto di Genova e Varisco & Artico di Milano, ed a talune pubblicazioni periodiche, importanti veicoli di divulgazione. Ma il nucleo centrale del lavoro consiste nell'approfondimento dello stretto rapporto tra l'attività teatrale e la rappresentazione fotografica dell'artista, attraverso tre figure chiave del teatro dell'epoca, di tre generazioni differenti: Adelaide Ristori (1822-1906), una pioniera dell'uso delle immagini come veicolo di autopromozione, Eleonora Duse (1858-1924) e la già citata Tina di Lorenzo (1872-1930).
Non solo dive famose ed amatissime, ma anche prime attrici in grado di fondare e gestire proprie compagnie. Fondamentale poi l'indagine finale su come, attraverso la riproduzione industriale, la divulgazione delle sembianze di tali artiste abbiano inciso sempre più sulla cosiddetta “cultura di massa”, acquisendo valori nuovi e peso crescente. A chiusura di volume, ovviamente, non poteva mancare una ricca galleria fotografica, indispensabile corredo al testo.