Otto racconti per la pagina e quattro per la scena. Il testo di Lina Maria Ugolini è attraversato da spunti curiosi e da un’amarezza di fondo legata al tema della vita e della morte. La sua scrittura fa trasparire in ogni luogo il tema della solitudine umana e della difficoltà dell’individuo di essere nel mondo. Non tutti i brani sono di facile lettura, talvolta per la scelta del dialetto siciliano, talvolta per la scrittura sciolta, quotidiana, non esattamente narrativa e in cui compaiono accenti di un linguaggio musicale, di parola detta prima che scritta, di suono prima che di significato, di poesia prima che di prosa.
Interessante e toccante il dramma di “Rossana” nel testo teatrale di “Ippocratomachia” –agonia in 5 notti per una morte legittima- dove il tema dell’eutanasia e del rapporto vita-morte, salute-malattia, medico-paziente, si fa toccante e umano in un dramma di grande verità ed attualità. Curioso il racconto “Da trapasso il contrabbasso” che seppur con uno stile frammentario ammette in sé una certa ironia e originalità. Così come il testo teatrale “Davidino incolla con la colla”, pièce dai toni surreali, dove i giochi di parole e le allusioni governano la storia dei due fratelli Santo e Benedetto. Storie di giorni qualunque ma di giorni perfetti come lo possono essere le cose quotidiane, le piccole vicende, le storie personali che sono di chiunque in un qualunque giorno ma che fanno di ogni di ogni vita un caso unico ed irripetibile.
Perfetti giorni qualunque
Lina Maria Ugolini
Robin Edizioni Srl Roma 2010
Pagg.238 Euro 15,00