Arte fuori dal palco

Stampate da Casa Ricordi tre opere inedite di Vittorio Gnecchi

Vittorio Gnecchi Ruscone, ritratto di Arturo Rietti
Vittorio Gnecchi Ruscone, ritratto di Arturo Rietti

Ricordato per una indiretta polemica in merito alle somiglianze tra la sua opera “Cassandra” e la “Elektra” di Richard Strauss, Vittorio Gnecchi scrisse anche altri tre titoli teatrali che Ricordi pubblica per la prima volta

Il compositore Vittorio Gnecchi Ruscone (Milano 1876-1954) sarebbe una figura pressoché dimenticata del panorama musicale del primo '900, al di là degli effettivi meriti, se non fosse per la querelle suscitata all'epoca dal critico Giovanni Tebaldini. Dopo aver assistito alla Elektra presentata a Dresda nel 1909, in un saggio dal significativo di Telepatia musicale pubblicato sulla Rivista Musicale Italiana, questi mise in luce sorprendenti analogie del capolavoro di Richard Strauss con la Cassandra di Gnecchi, composta sul libretto di Luigi Illica ed eseguita nel dicembre 1905 a Bologna sotto la direzione di Toscanini. Opera che avrebbe avuto riprese a Milano con Mengelberg (1910) e Panizza (1913) ed a Philadelphia con Campanini (1914). Dopo, benché la partitura fosse pubblicata da Ricordi, non se ne parlò più. 

Lunghi decenni di oblio

Cassandra rivide la luce solo nel 2000, al Festival di Montpellier, con un'esecuzione riversata ora in CD da NAR Classics. Nel novembre 2007 alla Deutsche Oper di Berlino le due opere vennero eseguite alternativamente; nel 2011 il Teatro Bellini di Catania dopo aver inaugurato la stagione precedente con Elektra, varò la nuova proprio con Cassandra, permettendone anche a noi un raffronto tra i due titoli, che confermava le osservazioni di Tebaldini. Un fatto assodato è che Gnecchi inviò all'epoca una copia della partitura al compositore bavarese – abbiamo la sua lettera di ringraziamento – e per questo, senza voler assolutamente parlare di plagio, qualcosa delle sue idee deve pur essere passato nella mente dell'altro. Se non per la riproduzione di temi (il pamphlet francese del 1909 Richard Strauss plagiaire?, nel riprendere lo scritto di Tebaldini individuava tuttavia una cinquantina di assonanze), almeno per quanto concerne l'impianto generale di Elektra, che presenta innegabili analogie con Cassandra.  Strauss ovviamente prese molto male la polemica, anche se signorilmente mai Gnecchi si espose nei suoi confronti.
 

Cassandra al Teatro Bellini di Catania, 2011

Comporre per diletto, senza fretta

Vittorio Gnecchi non fece mai della sua passione musicale una professione: esponente dell'agiata ed industriosa élite borghese lombarda, compose sempre per proprio diletto, senza sollecitazioni esterne. Non però nel caso della bella Missa Salisburgensis del 1933, chiestagli per il Duomo di Salisburgo, e della Cantata Biblica commissionata dal Salzburger Festspiele del 1934. Musiche per il teatro, il balletto (Atalanta, 1923), per piano, lieder, composizioni sacre e da camera: ispirazione ed appropriata dottrina non gli mancavano. Purtroppo, il mondo musicale italiano non seppe mai apprezzare il suo talento e gli volse ingiustamente le spalle, salvo rare occasioni. Nemo propheta in patria, purtroppo.
 

il cast di Virtù d'amore, Verderio 1896

Disponibili finalmente tre titoli inediti

Ora finalmente, basandosi sul materiale scoperto anni fa dal produttore Nikolaos Velissiotis presso gli eredi, e su iniziativa della Associazione Musicale Vittorio Gnecchi Ruscone da lui presieduta, le Edizioni Ricordi hanno da poco pubblicato le partiture degli altri suoi tre titoli teatrali, ancora inediti, a cominciare dalla giovanile serenata pastorale Virtù d’amore, rappresentata nel 1896 nella villa di famiglia a Verderio, con bozzetti e figurini del celebre Adolfo Hohenstein. Seguì nel 1909 La Rosiera, “idillio tragico” in tre atti su libretto di Carlo Zangarini, terminato nel 1910 ma andato in scena per la prima volta nel 1927 a Gera in Germania, poi a Pilsen, quindi alla Volksoper di Vienna nel 1928, ed a Barmen nel 1929. Giunse da noi nel 1931, al Verdi di Trieste, e poi all'Alighieri di Ravenna nel 1932, destando sempre ottima accoglienza. Il terzo titolo ora pubblicato da Ricordi – anche questo dopo l'attenta revisione di Marco Iannelli - è la colossale opera/oratorio Judith, su libretto di Illica, al quale Gnecchi lavorò per decenni, eseguito al Festival di Salisburgo solo nel 1952. Lavoro di amplissimo respiro, e di sorprendente modernità.