Fra un anno se ne celebrerà il centenario della morte, ma intanto il Palazzetto Bru Zane gioca d'anticipo con un mini festival che troverà echi in Francia ed in Canada.
E' stata una vera fortuna. Iniziato alla fine di settembre, il festival cameristico che la Fondazione Palazzetto Bru Zane ha dedicato a Camille Saint-Saëns (1835-1921), uno dei maggiori compositori romantici francesi, e figura di spicco del panorama artistico del secolo XIX, ha avuto il suo epilogo giusto qualche giorno prima che l'ultimo DPCM governativo decretasse la sospensione degli eventi teatrali e musicali.
Una rassegna quanto mai opportuna, ad un secolo dalla sua scomparsa: il musicista parigino fu sì il creatore di pagine tuttora popolari – Le Carnaval des Animaux, la Danse macabre, l'opera Samson et Dalila – o comunque frequenti nelle sale da concerto come la grandiosa Terza Sinfonia “avec orgue”, il rutilante Secondo Concerto per pianoforte, l'appassionato Primo Concerto per violoncello. Ma nel contempo l'autore pure di molte altre composizioni meno note, se non del tutto obliate, in un catalogo ragguardevole ed eclettico.
Alcune opere frequenti, molte messe da parte
Lavori che oggi sono di rara apparizione, se non del tutto assenti dalle sale da musica. Come le sue composizioni da camera (come i due Quartetti, il bel Quintetto con piano, le raffinate mélodies), quelle per organo e per orchestra, e le non poche opere teatrali. Quanto al possente oratorio The Promised Land, dopo l'apparizione al Gloucester Festival nel 1913 ed a Parigi nel 1916, per risentirlo s'è atteso sino al 2004.
Per fortuna, rispondendo alla sua funzione primigenia – il recupero e la diffusione della musica romantica francese - il Palazzetto Bru Zane ha recentemente fatto eseguire e fissare in CD le cantate composte dal giovane Saint-Saëns per il Prix du Rome (più volte inseguito, mai raggiunto), nonché tre sue opere liriche dimenticate (Les Barbares, Proserpine e da ultimo Le Timbre d'argent) rivelando un autore vario, solido ed elegante al tempo stesso. Il che ci fa sperare nel futuro recupero di non solo di Henry III, opera che raccolse nel 1883 ampi consensi, ma anche delle meno fortunate Frédégonde, Dejanire, Phryné.
Creazioni giovanili e quartetti della vecchiaia
Iniziato il 26 settembre con l'esecuzione, da parte del Quatuor Arod e di David Kadouch, del giovanile (1853) Quintetto con piano accostato all'analogo Quintetto di Franck, il festival veneziano ha trovato felice conclusione con due eventi offerti anche in streaming gratuito (e tuttora disponibili in You Tube, vedi sotto).
Il primo video, dedicato il 15 ottobre alle mélodies di quattro autori felicemente dediti a questo genere: oltre a Saint-Saëns, con brani tratti dalle Mélodies persanes op. 26 pubblicate nel 1870, vi figuravano Gabriel Fauré (Cinq Mélodies de Venise op. 58, del 1891/92), Reynaldo Hahn (sei canzoni dall'album Venezia del 1901) e Théodore Dubois (altrettante dalla raccolta Musiques sur l’eau, elaborata fra il 1904 e il 1910). Flessuosi e raffinati esecutori Cyrille Dubois, tenore, e Tristan Raës, piano, riuniti nel Duo Contraste.
Il secondo video ha visto il 22 ottobre l'eccellente Quator Tchalik (Gabriel e Louise Tchalik, violino; Sarah Tchalik, viola; Marc Tchalik, cello) affrontare due tardive creazioni di Saint-Saëns, risalenti al 1899 ed al 1918: il Quartetto per archi op. 112 e il Quartetto per archi op. 153. Penetrando con acuta sensibilità e bella eleganza formale il loro squisito mix di semplicità strutturale, memore dell'eredità classicistica, e di variegate soluzioni armoniche. Un mix seducente, calato nell'ambito di inedite risoluzioni formali: l'anziano compositore parigino, immerso in un ambiente che si schiudeva al Novecento, non stava rinchiuso in una solitaria torre d'avorio.