Il grande direttore d'orchestra inglese è morto ieri a Bergamo mentre era in visita privata all'Accademia Carrara. Cordoglio dalle istituzioni culturali di tutto il mondo. Dichiarazioni dei Sovrintendenti dei Teatri Lirici di Venezia e Napoli.
Una vita a ostacoli quella del direttore d'orchestra inglese Jeffrey Tate, che si è conclusa per un arresto cardiaco a Bergamo mentre era in visita privata all'Accademia Carrara. Nato a Salisbury, città dalla famosa cattedrale non lontana da Stonehenge, Tate aveva diretto le principali orchestre del mondo, tra cui la London Symphony Orchestra e i Berliner Philarmoniker, ed era stato direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli dal 2005 al 2010, con un ruolo fondamentale nella celebrazione del bicentenario mozartiano nella città partenopea.
Si era laureato in medicina a Cambridge, presso il prestigioso Trinity College, dove aveva studiato anche pianoforte; per alcuni anni aveva svolto la professione medica ma la musica era la sua grande passione e alla fine era diventata la sua occupazione principale, non come pianista bensì come direttore, imponendosi negli anni Novanta del secolo scorso come uno dei migliori al mondo.
Disabile, aveva una malformazione alla colonna vertebrale (la cosiddetta spina bifida) che lo costringeva a dirigere da seduto. Raffinato, colto e coraggioso, tutti lo ricordiamo per la grande forza che lo aveva portato sul podio anche in precarie condizioni di salute. La Regina Elisabetta lo aveva nominato Baronetto e il Teatro La Fenice gli aveva tributato il premio Una vita per la musica. Gli ultimi concerti li ha diretti in Italia, due in aprile a Venezia e due in maggio a Trento e Bolzano.