Classica

Luigi Nono, maestro di suoni e di silenzi

Luigi Nono, maestro di suoni e di silenzi

Un breve ricordo del grande compositore, uomo politico e scrittore veneziano, a trent'anni dalla precoce scomparsa

A Luigi Nono, maestro di suoni e di silenzi”, recita una lapide murata sulla casa alle Fondamenta delle Zattere dove visse e morì, l'8 maggio di trent'anni fa, Luigi Nono. Musicista profondamente immerso nel clima culturale dei suoi tempi e, cosa non certo secondaria, il più politicamente impegnato – iscrittosi al PCI nel 1952, divenne intimo amico di Togliatti - fra i nostri compositori del Secondo Novecento. 

Una dimora, la sua, aperta alla luce del Meridione, verso quel Gran sole carico d'amore che è il titolo di uno dei suoi lavori più noti, creato nel 1975 da Claudio Abbado. E che con Intolleranza 1960 e Prometeo costituisce la formidabile triade teatrale del grande artista veneziano. Tre vette assolute del panorama musicale moderno.

Luigi Nono con la moglie Nuria Schönberg e Bruno Maderna, Darmstadt 1955

Un musicista immerso nel suo tempo

Nato a Venezia il 29 gennaio 1924, laureatosi in giurisprudenza nel 1946, Luigi Nono fu allievo al Conservatorio veneziano di Malipiero e di Scherchen. Tuttavia, la maggiore influenza sulla sua formazione l'ebbe Bruno Maderna, di pochi anni più anziano, che gli fu insegnante e con il quale iniziò a frequentare l'avanguardistico ambiente di Darmstadt, prezioso incubatoio di talenti che frequentò sino al 1960. 

Ad Amburgo, nel frattempo, aveva conosciuto Nuria, figlia di Arnold Schönberg, con la quale si sposò nel 1955. Risalgono a questo periodo i suoi primi esperimenti compositivi, fra cui Il canto sospeso per soli coro e orchestra, lavoro in equilibrio tra avanzato sperimentalismo e ricerca di profondità espressiva. Eseguito a Colonia nell'ottobre del 1956, ottenne a Nono, da parte di tutta la critica europea, il riconoscimento di degno erede di Anton Webern. 

Prometeo al Luzern Theater

Compositore, uomo di cultura, personalità politica

Negli anni successivi la poetica musicale di Luigi Nono – con titoli e testi sovente polemici verso le reviviscenze fasciste, gli atteggiamenti guerrafondai, l'intolleranza sociale, lo sfruttamento capitalistico – fu quanto mai variata e feconda. Alfiere della tecnica vocale puntillistica, con lo spezzettamento delle sillabe affidate a più cantanti, passò all'elaborazione ed all'esteso impiego di basi elettroniche in Como una ola de fuerza y luz per soprano, pianoforte, orchestra e nastro magnetico, e in ...sofferte onde serene... per pianoforte e nastro magnetico; ricorrendo talvolta all'infusione di suoni ambientali (discorsi politici, slogan, rumori i più diversi) come in La fabbrica illuminata, per la quale registrò il rombo delle macchine dell'Italsider di Genova. 

Logica conseguenza della formazione marxista, fu la persistente volontà di evadere dai luoghi accademici, portando le sue musiche e le sue idee nelle aule universitarie, nelle sedi sindacali, negli ambienti di lavoro; tenendovi conferenze e concerti, nella convinzione che "fare musica è intervenire nella vita contemporanea, nella situazione contemporanea, nella lotta contemporanea di classe»

Super8 familiari per ricordarlo

Per meglio ricordarlo, è disponibile per breve tempo nel sito dell'Archivio Luigi Nono I film di famiglia (1959-1974), documentario che la figlia Serena, regista e pittrice, ha realizzato nel 2018 riunendo testimonianze visive degli anni vissuti col padre. 

Nel film, i viaggi all'estero tra URSS e Sud America, spezzoni del suo lavoro, resoconti degli incontri con intellettuali ed artisti dei suoi tempi. Purtroppo, causa Covid 19, forse Venezia non vedrà quest'anno il festival autunnale a lui dedicato: troppi gli ostacoli da superare.